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Milano. Indagato il fratello di La Russa

L’assessore alla sicurezza della regione Lombardia, Romano La Russa, è indagato per finanziamento illecito ai partiti nell’ambito dell’inchiesta sul caso Aler.

Romano La Russa, fratello dell’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa, è nato a Paternò, in provincia di Catania, l’11 gennaio 1952. Risiede a Milano dal 1960 dove, giovanissimo, si è messo in vista nelle “battaglie politiche” del neofascismo milanese, ricoprendo importanti incarichi prima nella Giovane Italia e poi nel Fronte della Gioventù.

Nel 1995 è stato eletto consigliere regionale della Lombardia, come capogruppo di Alleanza Nazionale. È stato presidente della Commissione regionale per le riforme istituzionali, e anche relatore della legge regionale per il riordino della polizia locale. È stato parlamentare europeo e, dal maggio 2008, assessore regionale all’Industria, Piccola e Media Impresa e Cooperazione. Eletto consigliere regionale nel 2010 nel Popolo della Libertà è coordinatore della Provincia di Milano e ricopre l’incarico di assessore alla sicurezza. In passato è stato anche consigliere comune a Sesto san Giovanni e a Cinisello Balsamo.

Nell’avviso di conclusione indagini notificato questa mattina dalla Guardia di Finanza, il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e il pm Antonio Sangermano hanno contestato il finanziamento illecito ai partiti oltre che a Romano La Russa anche a Marco Osnato, consigliere comunale del Pdl nonchè suo genero. Un avviso è stato notificato anche ad un altro esponente del Pdl, Gianfranco Baldassarre.

Secondo l’accusa La Russa avrebbe ricevuto contributi elettorali illegali per le Regionali del 2010 e le Provinciali di Vercelli del 2011 mentre Osnato per le Comunali sempre del 2011 da Luca Giuseppe Reale Ruffino, esponente dell’Udc passato poi al Pdl, ritenuto vicino ai fratelli La Russa e con la sua società Constructa srl service manager dell’Aler. In totale la cifra del finanziamento illecito si aggirerebbe intorno ai 10.000 euro. Agli altri indagati, tra cui Anna Bubbico, dirigente responsabile della segreteria della presidenza Aler nonchè responsabile del settore Comunicazione, e alcuni service manager, sono state contestati a vario titolo i reati di turbativa d’asta e corruzione impropria.

Questa ultima ipotesi è stata avanzata solo nei confronti della Bubbico in concorso con Andrea De Donno, rappresentante legale della Nsa Italia il quale dopo aver ricevuto legittimamente incarichi dall’Aler avrebbe ricambiato la dirigente con lavori di manutenzione all’impianto di allarme alla sua villa e operazioni di bonifica per l’eventuale rilevazione di microspie nel suo ufficio o presso lo studio del marito.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti Osnato, in concorso con Luigi Serati, responsabile della filiale di Legnano e coordinatore di tutte le filiali Aler della Provincia di Milano, avrebbe impartito disposizioni di frazionare gli appalti in modo da eludere la soglia comunitaria di 193.000 euro che avrebbe imposto gare di evidenza pubblica. In questo modo tra il 2009 e il 2011 sarebbero stati affidati appalti diretti per il verde pubblico e la pulizia dei condomini per oltre due milioni di euro con una considerevole lievitazione dei costi.

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