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Mobilitazioni a Milano contro il governo

Tutti i lavoratori, ma sopratutto chi si trova come noi nelle condizioni di lavoratori licenziati, sa che il posto di lavoro non è scambiabile con nessun tipo di indennizzo economico e proprio la nostra vicenda dimostra quanto sia già troppo facile, licenziare e chiudere le fabbriche.”: è questo che pensano e scrivono le operaie e gli operai della Jabil di Cassina de Pecchi che, questa mattina, hanno manifestato sulla padana superiore a difesa dell’art.18.

Anche per i lavoratori della Electrolux di Solaro – che sono scesi in sciopero e hanno improvvisato un presidio sulla Saronno Monza – “l’articolo 18 è una norma di civiltà ed è, quindi, inderogabile”.

Quelli della Kone di Pero, oggi scioperano un’ora e invitano la Cgil a “riflettere bene prima di firmare un accordo che legittima la macelleria sociale”.

La Fpt di Pregnana fa parte del gruppo Fiat e i lavoratori sanno bene cosa significa stare in una fabbrica dove vige il “contratto Marchionne”: per loro l’art.18 è “segno di democrazia e tutela”.

Preoccupazione per i possibili esiti della trattativa n corso sul mercato del lavoro e ferma contrarietà all’ulteriore cancellazione dei diritti, emergono con nettezza nei comunicati che arrivano dalle aziende di Milano e provincia.

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