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Israele nega l’ingresso al premio Nobel Gunter Grass

Ennesimo diktat del ministro dell’Interno israeliano, Eli Yishai (destra religiosa), contro la poesia con cui lo scrittore tedesco, premio Nobel per la letteratura, ha puntato giorni fa il dito contro la politica israeliana nei confronti dell’Iran e contro l’arsenale nucleare con la stella di Davide. Il caso – ha fatto irruzione anche nel tour mediorientale del presidente del Consiglio, Mario Monti: nel colloquio a Gerusalemme con il ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman, sfociato da parte di quest’ultimo in un aspro atto d’accusa contro Grass, e poi di un faccia a faccia a Cesarea con il premier, Benyamin Netanyahu. La fiaccola dell’oltranzismo è toccata però al titolare del ministero dell’Interno, che in dichiarazioni di fuoco ha proclamato il Paese “off limits” per l’autore del “Tamburo di latta”. “I versi di Grass – ha affermato il ministro Yishai – sono un tentativo di alimentare fiamme di odio verso lo Stato d’Israele e il popolo israeliano, e di diffondere le idee di cui egli fu complice quando indossava (in gioventù, come ammesso dallo scrittore dopo 60 anni di silenzio, ndr) l’uniforme delle Ss”. Il provvedimento che dichiara Grass “persona non grata” ha alcuni precedenti, come nel caso di due intellettuali ebrei americani (entrambi molto critici verso Israele) quali Noam Chomsky o Norman Finkelstein.

Gunter Grass aveva provato a ridimensionare la polemica, affermando di aver voluto censurare con la poesia la politica del governo attuale e non il popolo israeliano. Ma non è servito a nulla.. Già pesantemente criticato da Netanyahu, lo scrittore è stato infatti attaccato con toni accesi anche dall’altro alfiere dell’oltranzismo israeliano, il ministro degli esteri Lieberman: che nel colloquio con Monti – trapelato attraverso media e fonti diplomatiche – lo ha additato a cattivo esempio “dell’egoismo di quegli pseudo-intellettuali occidentali disposti a sacrificare per la seconda volta il popolo ebraico sull’altare di antisemiti folli, solo per vendere qualche6 libro in più o farsi una reputazione”.

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