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Boicottaggio di Israele contro i crimini di guerra. Parte la campagna

Una sala gremita con presenze da tutta Italia ha discusso domenica mattina a Roma sul come affiancare alle mobilitazioni di piazza a sostegno della causa palestinese una campagna di boicottaggio dell’economia e degli apparati di Stato israeliani.

Come ha ricordato un attivista africano, la campagna di boicottaggio fu decisiva per il crollo del regime di apartheid in Sudafrica e la liberazione di Nelson Mandela.

Oggi una analoga campagna deve puntare a indebolire la rete di complicità di cui Israele gode nei paesi occidentali, per sanzionarne “dal basso” i crimini di guerra Gaza e in Cisgiordania, contribuirne all’isolamento internazionale per ottenerne una cambiamento radicale della politica di sterminio coloniale verso i palestinesi.

Tra i molti interventi si segnalano quelli di diversi esponenti palestinesi e della campagna Bds, di Giorgio Cremaschi, Pierpaolo Leonardi, Antonio Mazzeo, Paolo Di Vetta, dei portuali genovesi e salernitani. Tra le forze politiche che sono intervenute si segnalano Pci, Prc, Pap, Rdc.

Molti gli interventi (36) di cui è difficile dare conto (vedi QUI la diretta dell’assemblea), ma alcuni dati vanno rilevati.

In primo luogo l’impegno dei lavoratori portuali, aeroportuali e della logistica nella campagna di boicottaggio. Indubbiamente l’entrata in campo di lavoratori in settori strategici, consegna alla campagna di Boicottaggio, Sanzioni, Disinvestimento (Bds) un valore aggiunto che fino ad oggi era mancato.

In secondo luogo la accresciuta partecipazione giovanile e studentesca alle mobilitazioni sulla Palestina dà forza al boicottaggio nelle università e alla battaglia culturale verso gli apparati ideologici dello Stato israeliano nella società. Tra l’altro l’importantissimo appello di più di quattromila accademici uscito nei giorni scorsi rappresenta un salto di qualità notevole su questo terreno.

Va poi segnalata la solidarietà espressa alla causa palestinese da parte di rappresentanti delle comunità in Italia di Africa, Asia e America Latina, che delinea intorno alla questione palestinese un sostegno “tricontinentale” che, anche nella diaspora, colloca al posto giusto una lotta di liberazione paradigmatica del XXI Secolo.

Infine c’è il rapporto con la “politica”. Il governo italiano, come quelli precedenti, si è schierato ancora una volta a fianco di Israele nonostante nella società sia enormemente diffusa una forte empatia con i diritti del popolo palestinese. E’ una divaricazione che va allargata, a cominciare dalla richiesta di revoca del Memorandum di cooperazione militare tra Italia e Israele del 2005 ed estesa agli accordi siglati da alcuni Comuni – tramite le loro aziende municipalizzate – con aziende israeliane.

L’assemblea ha indicato alcune date nazionali per proseguire la mobilitazione sia convergendo sulle manifestazioni in calendario sia indicando nella data del 1 Dicembre una prima giornata nazionale di boicottaggio mirata sulla rete commerciale della Carrefour, una catena della grande distribuzione che più di altre si è impegnata nel sostenere i militari israeliani e le politiche di Israele. Alcuni anni fa proprio la Carrefour portò in tribunale alcuni attivisti della campagna Bds in Francia.

Ci sono poi le date del 29 novembre (Giornata internazionale per la Palestina decretata dalle Nazioni Unite) e il 2 dicembre per manifestazioni in tutta Italia.

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