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Il vecchio ordine capitalista è in crisi, ma del nuovo non c’è traccia. Convegno a Roma

Come ammette lo stesso Kissinger, il vecchio ordine mondiale è ormai in crisi, ma un nuovo sistema di rapporti sociali e relazioni internazionali di segno progressista non è affatto all’orizzonte. Si avverte però , chi più chi meno, un cambiamento della fase storica in cui stiamo vivendo.

In qualche modo si va chiudendo la fase storica apertasi dopo la Seconda Guerra Mondiale che mise fine al ciclo secolare dell’egemonia dell’imperialismo britannico e impose al mondo l’egemonia del polo imperialista nascente: gli Stati Uniti. Ma la stagnazione secolare dell'economia capitalista, le evidenti difficoltà degli Usa nell’esercitare a tutto campo la loro egemonia, il loro declino relativo nell’economia mondiale, ed infine la dimostrazione plastica della fine di una classe dirigente adeguata avuta con la campagna elettorale e poi l’elezione di Trump, ci dicono che molti dei parametri su cui l’umanità ha fatto i conti per settanta anni stanno cambiando.

Ma se, come dice Gramsci, “il vecchio muore e il nuovo non può nascere”,  diventa necessario provare a mettere a fuoco i cambiamenti di fase storica in cui siamo immersi e soprattutto le tendenze sulle quali agiranno.

La Rete dei Comunisti, dalla sua nascita – e parliamo del 1998 – ha sempre cercato di mettere in campo un lavoro di analisi sulle tendenze piuttosto che fotografare l’esistente.  Il forum che si terrà i prossimi 17 e 18 dicembre a Roma, intende avviare un nuovo percorso di ricerca, confronto, analisi che – anche per approssimazione – cerchi di individuare le contraddizioni con cui fare i conti nella nuova fase della storia.

I punti da sviluppare sono stati individuati intorno ad alcuni temi:

  • la differenza tra capitalismi e modo di produzione capitalistico. Sui primi e la loro crisi c’è ormai materia abbondante, sul superamento del secondo invece gli interrogativi non hanno ancora trovato risposte convincenti. A sinistra ma anche tra i comunisti spesso si confondono le due cose, aprendo così una voragine teorica e di analisi che ha prodotto troppi svarioni. Ad esempio nell’analisi sulla Cina.
  • L’analisi di Gramsci sulla crisi e la fase storica in cui, appunto, le contraddizioni mettono in crisi le strutture costruite dal nemico di classe ma non si manifesta la possibilità di rovesciarne le sorti.
  • La crisi o meno dell’egemonia imperialista degli Stati Uniti e le caratteristiche di un suo eventuale superamento. Siamo già al multilateralismo oppure le preoccupazioni dei neocons statunitensi sul fatto che nuove potenze rivali potessero emergere e mettere a rischio il modello americano sono reali?
  • Infine c’è il nodo irrisolto della mancata estensione della Rivoluzione del 1917. Il fallimento dell’insurrezione in Germania – e dunque della Rivoluzione in Occidente – quanti problemi ha posto davanti al socialismo possibile realizzato in Urss?

Con il forum del 17 e 18 dicembre si tratta ovviamente dell’apertura di un percorso di ricerca ed elaborazione e non di una sintesi. In tal senso la Rete dei Comunisti rivendica la sua pratica e la sua funzione di intellettuale collettivo. Su questi temi ci saranno le relazioni di alcuni studiosi marxisti con i quali da anni esiste una attiva collaborazione (Fineschi, Mordenti, Gattei, Carchedi,) e quelle di studiosi e militanti della Rete dei Comunisti. I lavori si articoleranno su tutta la giornata di sabato 17 e la mattina di domenica 18 dicembre.

Il luogo è il centro scout Fiore Rosso, in largo dello Scoutismo 1 (metro B fermate Bologna o Tiburtina)

Il documento preparatorio è scaricabile a questo link:

http://www.retedeicomunisti.org/index.php/documenti/1488-roma-17-18-dicembre-il-vecchio-muore-ma-il-nuovo-non-puo-nascere

La grafica in copertina è di Bernardo Milite

 

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