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Siria. Ci sarebbe una “road map” per dare soluzione alla crisi

Dallo sviluppo della crisi in Siria, stanno emergendo i dettagli di una controversa “road map” per i cambiamenti politici nel Paese in cui viene previsto però che Assad resti al potere nonostante la protesta, che da tre mesi scuote la Siria e repressa dal regime. Lo scrive oggi l’edizione online del quotidiano britannico “The Guardian”, sulla quale viene pubblicato anche il testo del documento sia nella versione in inglese sia in quella in arabo. Secondo fonti dell’opposizione siriana – scrive il Guardian- funzionari del dipartimento di Stato Usa hanno discretamente incoraggiato la discussione della bozza del documento, ancora non pubblicato, circolato in un incontro di gruppi dell’opposizione che si è tenuto lunedì a Damasco. Da parte sua Washington nega di appoggiare il testo. Nella road map tracciata dal documento, scrive ancora il Guardian, si prevede che Assad garantisca quella che viene definita «una transizione sicura e pacifica verso la democrazia». Il testo fa appello inoltre ad un più serrato controllo sulle forze di sicurezza, allo smantellamento degli “shabiha” – la milizia accusata delle azioni repressive più brutali- al diritto a manifestare pacificamente, alla libertà di stampa oltre alla formazione di un’assemblea transitoria. Si segnala intanto l’iperattivismo della Turchia nella crisi siriana. Il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, sarà impegnato nel fine settimana in un tour diplomatico in Medio Oriente e Nord Africa. Tra le tappe della missione del capo della diplomazia di Ankara figurano Damasco e Bengasi, la capitale dei ribelli libici. Lo ha annunciato lo stesso ministro turco, citato dall’agenzia d’informazione “Anatolia”. Davutoglu ha riferito che partirà nel fine settimana per «un tour di paesi in Medio Oriente, tra i quali è inclusa la Siria». Il ministro non ha comunque comunicato ulteriori dettagli sulla sua missione, che si preannuncia delicata, in particolare per la tappa a Damasco, alla luce delle recenti tensioni tra Ankara e il governo del presidente Bashar al-Assad. Davutoglu ha nuovamente sottolineato la necessità che al-Assad annunci “un calendario di riforme senza ulteriori ritardi” e metta fine alle violenze contro i manifestanti antigovernativi. La Turchia, fino a poco tempo fa uno degli alleati della Siria nella regione, negli ultimi tempi non ha risparmiato critiche al governo di al-Assad, manifestando l’ambizione di Ankara ad allargare la sua sfera di influenza sui processi regionali. Indicativa in tal senso la linea seguita dgli Stati Uniti che da un lato esortano l’opposizione siriana al dialogo con il regime di Bashar al Assad e dall’altro, il segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha affermato che per il governo siriano il tempo delle riforme sta scadendo. Il governo di Damasco – ha aggiunto – deve avviare le riforme “o sarà costretto a confrontarsi con una opposizione più organizzata”.

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