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Siria: il premier dei ribelli? Un manager a stelle e strisce

Un manager del settore tecnologico che ha vissuto 25 dei suoi 50 anni negli Stati Uniti. E’ Ghassan Hitto il nuovo presidente del governo fantoccio manovrato dalle potenze straniere. A sceglierlo è stata la cosiddetta Coalizione Nazionale Siriana, il principale cartello dell’opposizione al regime di Bashar al-Assad. Nel corso di una riunione a Istanbul andata avanti fino a tarda notte, Hitto si é imposto su  altri 11 candidati, solo due dei quali residenti all’interno della Siria. L’ha spuntata con 35 voti sui 48 totali del consiglio della coalizione (in realtà formato da 70 persone, non si sa che fine abbiano fatto quelli mancanti).

Il prossimo passo, nei giorni avvenire, dovrebbe essere la nomina dei membri del governo provvisorio. Nato nel 1963 a Damasco, Hitto ha lavorato per decenni negli Stati Uniti in aziende del settore hi-tech e in particolare delle telecomunicazioni; ma a novembre aveva improvvisamente lasciato il suo incarico per “entrare nella fila della rivoluzione siriana” e si era trasferito in Turchia, retroterra delle milizie dell’Esercito Siriano Libere.

Fervente musulmano, in Texas era da anni tra gli organizzatori della Brighter Horizons Academy, scuola in Texas che si presenta come istituzione volta a favorire l’istruzione “in un ambiente di apprendimento islamico”. Non è un caso che su Hitto ci sia stata la convergenza delle correnti islamiste radicali, che si sono sommate a quelle ‘liberali’. Un capitalista con posizioni islamiste radicali era quello che ci voleva per tenere insieme le litigiose fazioni dell’opposizione siriana telecomandate dalle varie potenze che si contendono il controllo di Damasco: Stati Uniti, Francia, Arabia Saudita, Qatar, Turchia. Tenendo conto del forte ruolo nella guerra civile siriana di alcune potenze non statuali, in particolare i Fratelli Musulmani e Al Qaeda. Ma che la competizione tra le varie potenze per il controllo della Siria sia ricomposta è tutto da vedere, visto che gli Stati Uniti, che finora hanno mandato avanti le petromonarchie del Golfo e alcuni paesi europei nella guerra di destabilizzazione di Damasco, ora sembrano impossessarsi improvvisamente della leadership.

E’ assai significativo che il nome di Hitto – nelle laboriose trattative che hanno preceduto e ritardato la scelta – era stato contrapposto a quello di un altro tecnocrate, anch’egli residente negli Usa. Oltre che a quello di Idleb Assad Mustapha, ex Ministro dell’Agricoltura sotto Assad padre e Assad figlio prima della rottura con il regime.

D’ora in poi, almeno formalmente, Hitto governerà sulle cosiddette zone ‘liberate’ della Siria, cioè quelle sottratte al controllo del governo di Damasco. Ma non su tutte, visto che i kurdi che abitano le regioni di confine con la Turchia – o meglio, con il kurdistan turco – da tempo hanno organizzato consigli di autogoverno e milizie popolari per evitare di essere invasi dalle bande islamiste foraggiate e controllate dal governo di Ankara.

In alcune dichiarazione Hitto ha promesso di riportare nei territori ‘liberati’ quelle libertà e quella prosperità che Assad nega al suo popolo. Lo aveva promesso, ormai molti anni fa, un altro ‘americano’, quell’Hamid Karzai messo da Washington a governare la polveriera afghana.

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