Il Ministero degli Esteri russo ha chiesto ufficialmente alla Germania di commentare le dichiarazioni rilasciate giovedì scorso dal primo ministro ucraino Arsenij Jatsenjuk alla TV tedesca ARD, secondo cui “noi tutti ci ricordiamo bene dell’invasione di Germania e Ucraina da parte dell’Urss nel 1941”, nel corso della Seconda guerra mondiale. Berlino si è infatti finora astenuta da qualsiasi commento sulle parole di Jatsenjuk, qualificate da Mosca come “estremistiche e falsificatrici della storia”.
Il Presidente della commissione esteri del Consiglio federale russo, Konstantin Kosacev, ha scritto sul proprio blog che i leader europei devono esprimere la propria posizione a proposito delle parole di Jatsenjuk: “non si tratta semplicemente della falsificazione della nostra storia comune. – ha detto Kosacev – Questa è una giustificazione dell’hitlerismo e un’offesa alla memoria degli eroi e delle vittime della lotta contro il nazismo, non ultimi gli stessi ucraini”.
Anche il Presidente della commissione esteri della Duma Aleksej Pushkov ha detto di aspettare una presa di posizione di Berlino: “è sorprendente, ma non abbiamo ancora udito una sola risposta dalla Germania; alcuna seria e significativa risposta pubblicata su un mezzo di informazione” ha detto Pushkov alla Tass, aggiungendo come la conduttrice dell’intervista “abbia taciuto e non abbia in alcun modo commentato le parole” di Jatsenjuk. “Anche i politici tedeschi tacciono” ha continuato Pushkov, “sorge dunque legittima la domanda se a Berlino siano d’accordo con tale lettura della storia, cioè che l’Urss “invase”: cioè commise un’azione illegittima e da condannare, entrando sul territorio della Germania dell’epoca. Vorremmo udire nei prossimi giorni una risposta a questa domanda”.
Da parte sua, la portavoce di Jatsenjuk ha tentato di spiegare cosa intendesse il premier ucraino: “Arsenij Jatsenjuk aveva in mente la divisione della Germania da parte dell’Unione sovietica dopo la seconda guerra mondiale. Berlino fu addirittura divisa da un muro, per rendere impossibile il trasferimento dei tedeschi da est a ovest”.
Ma da Berlino si è già fatto sapere che non ci sarà alcun commento alle parole di Jatsenjuk, limitandosi a dichiarare che in alcun modo si mette in dubbio “la responsabilità tedesca per la morte di cittadini sovietici nella Seconda guerra mondiale”.
Jatsenjuk aveva offerto la nuova performance dei golpisti ucraini durante la sua recente visita a Berlino, per discutere con la cancelliera Angela Merkel i nuovi aiuti economici a Kiev: 500 milioni di euro dalla Germania e 1.800 milioni dalla Ue. “La Germania e personalmente il cancelliere federale” aveva detto Jatsenjuk nel corso dell’intervista alla ARD “intraprendono molti passi per il ristabilimento della pace in Ucraina e per il suo sostegno. L’aggressione russa all’Ucraina, è un attacco all’ordine mondiale ed europeo. Noi tutti ci ricordiamo bene dell’invasione dei soldati sovietici in Ucraina e Germania. Proprio questo dobbiamo evitare. Nessuno ha il diritto di riscrivere gli esiti della Seconda guerra mondiale, come sta cercando di fare il presidente russo, signor Putin”.
A Mosca, insieme allo sdegno per simili parole, si ironizza anche sul significato di ogni singola espressione: “Invasione – scrivono – è l’ingresso dell’esercito di uno stato nel territorio di un altro. In che modo i soldati sovietici, che avevano liberato l’Ucraina dagli aggressori, avrebbero invaso il proprio territorio? Ecco una semplice domanda che la conduttrice televisiva avrebbe potuto porre e non ha invece posto. O ancora: di quale riscrittura della storia si parla, se il suo maggiore esito fu che Russia e Ucraina poterono rimanere parte di uno stesso grande paese? E’ stato invece il disfacimento dell’Urss il più significativo cambiamento geopolitico degli esiti della guerra. E, in generale, è giusto porre sullo stesso piano l’Ucraina sovietica e la Germania nazista e con ciò stesso sputare sull’eroismo di milioni di ucraini morti al fronte o torturati nei campi di sterminio? E’ possibile contrapporre Ucraina e Germania all’Unione Sovietica solo avendo a mente che SS e seguaci di Stepan Bandera agivano con il medesimo obiettivo. E un paese in mano a un uomo con tali vedute sul passato non può che attendere un preciso futuro”.
Se lasciano poco sorpresi le esternazioni revisioniste di Jatsenjuk, di cui si conoscono purtroppo bene non solo le parole ma le azioni concrete – a proposito di attacchi al territorio del proprio paese e di muri confinari – possono apparire a prima vista ‘ingenue’ le attese di Mosca su una presa di posizione ufficiale di condanna da parte dei leader europei. La loro lunghezza d’onda con Kiev non riguarda solamente la politica attuale, ma anche le esternazioni revisionistiche che vanno per la maggiore sulle “responsabilità sovietiche” per le aggressioni hitleriane.
Leggi anche: L’Onu: “condanniamo il nazismo”: l’Ue si astiene, Usa e Ucraina votano contro
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa