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Stati Uniti: bagno vietato, operai al lavoro col pannolino

La notizia, scioccante, arriva dagli Stati Uniti, paese che non può essere certo considerato un campione dei diritti dei lavoratori. Ma è difficile non pensare che in un mondo occidentale dove la ‘modernità’ e il progresso somigliano sempre più al medio evo dei diritti tipico del capitalismo del diciannovesimo secolo non possa riprodursi una situazione del genere in un altro paese. Dove regnano il mercato e l’interesse privato il dogma unico e indiscusso è rappresentato dalla massimizzazione del profitto, e quindi dall’abbattimento dei costi della manodopera e dall’aumento dei ritmi di lavoro. Anche a costo di ledere la dignità dei dipendenti.

La sezione statunitense dell’associazione Ofxam ha denunciato nei giorni scorsi che alcune delle più grandi imprese di lavorazione della carne di pollo del paese negano ai propri operai la possibilità di andare in bagno durante il loro turno di lavoro, tanto che molti dipendenti sono costretti addirittura ad indossare un pannolino mentre lavorano.

“I supervisori non lasciano andare in bagno gli addetti perché devono tenere a velocità alta e costante le macchine. E i dipendenti sono costretti così ad arrangiarsi: urinano e defecano direttamente mentre lavorano, indossano pannoloni, riducono al minimo l’assunzione di liquidi fino a livelli pericolosi”. Già lo scorso anno Oxfam aveva denunciato che per mantenere il prezzo della carne di pollo molto basso gli operai subiscono trattamenti inumani e ricevono stipendi molto bassi. Ma quanto emerso dall’indagine sulle grandi imprese del settore negli States è ancora più grave.

“Non è solo la loro dignità ad essere calpestata: rischiano anche di avere seri problemi di salute” denuncia in un comunicato di Oxfam Stati Uniti, e “il problema è ancor più serio per le donne, in particolare quelle incinte o con le mestruazioni”. L’associazione cita numerosi lavoratori delle aziende Tyson Food, Pilgrim’s Pride, Perdue Farms e Sanderson Farms che sostengono di venire costantemente presi in giro dai loro supervisori e capi e, soprattutto, di vedere ignorate tutte le loro richieste. Inoltre gli operai sostengono anche di essere minacciati di punizioni o di licenziamento nel caso in cui non rispettino il divieto di non andare in bagno o di farlo all’interno di una fascia temporale insufficiente. “Quando possono andare ai bagni sono costretti ad aspettare a lungo in fila il loro turno, ma hanno solo dieci minuti di pausa e sanno in partenza che non riusciranno ad arrivare fino ai servizi in tempo” spiega Oxfam. Che poi aggiunge: “Alcuni lavoratori si fanno quindi la pipì addosso, mentre altri si trattengono così tanto da mettere a rischio la loro salute. Molti hanno infezioni alle vie urinarie. Inoltre alcuni capi turno hanno detto ai loro operai di bere e mangiare di meno per evitare di andare in bagno spesso”.

Ovviamente, interpellate dalla stampa dopo la diffusione del rapporto, le aziende negano le accuse o minimizzano. Tyson Food in una email inviata all’agenzia Bloomberg sostiene addirittura di “non tollerare” comportamenti dei capisquadra che neghino ai loro sottoposti la possibilità di recarsi in bagno. Un altra azienda, Perdue, afferma che le denunce dei dipendenti sono false mentre Pilgrim’s Pride osserva che le testimonianze, se saranno confermate da una indagine interna, costituiscono una chiara violazione delle politiche dell’azienda e che quindi gli eventuali responsabili saranno puniti.

Luca Fiore

Leggi anche: La vita infernale dei lavoratori nell’industria del pollo low cost

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3 Commenti


  • aldo

    E poi ascoltiamo discorsi critici contro le condizioni di lavoro in Cina. Credo che in Cina non siano arrivati a questo sistema di sfruttamento degno del medioevo. E pensare che ci sono in giro tanti illusi ai quali fanno credere che gli statunitensi siano i rappresentanti della democrazia nel mondo. Se si pensa che gli americani si sono appropriati con il crimine di una terra che non gli apparteneva, sterminando i legittimi proprietari, gli indiani. E continuano ad essere responsabili dell’aggressione di tanti popoli. Sottomettono fuori e dentro con forme di sfruttamento inaudite. Bisogna proprio vergognarsi a definirli democratici.


  • Enrico Voccia

    Caro Aldo, credo che tu non conosca bene le condizioni di lavoro degli operai sotto il capitalismo in Cina: a quelle condizioni ci sono giunti con buon anticipo e sono state il banco di prova per l’introduzione di queste pratiche nei paesi occidentali. D’altronde, le cosiddette “aziende cinesi” di “cinese” hanno solo il nome e, di fatto, sono nella stragrande maggioranza dei casi di proprietà occidentale o coreane o nipponiche, quindi la questione è molto relativa…


  • andrea moscioni

    Schiavismo e Tortura sono credo i reati da contestare

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