Non da oggi le agenzie di informazione scrivono degli interessi comuni, soprattutto nel settore del transito di prodotti energetici, tra Ucraina e Turchia e, inoltre, delle assonanze ideologiche e delle comuni simpatie filonaziste di Ankara e Kiev, del sostegno che la prima fornirebbe alla seconda e della collaborazione tra “Lupi grigi” e altre formazioni fasciste turche al Medžlis dei tatari di Crimea nelle loro ambizioni di “riconquistare” a mano armata la penisola. Non da ora, è di dominio pubblico il sostegno multilaterale di Ankara alle organizzazioni terroristiche che combattono il governo siriano e, in particolar modo, all’Isis. Nel quadro di tale intreccio di legami perversi, il vice Comandante di corpo delle milizie della Repubblica popolare di Donetsk ha dichiarato oggi che l’intelligence militare della DNR avrebbe scoperto, nell’area di Mariupol, controllata dalle forze ucraine, una base di addestramento di terroristi islamisti provenienti da paesi arabi, che operano anche da truppe mercenarie agli ordini di Kiev. Secondo i dati della ricognizione, a condurre l’addestramento dei nuovi adepti sarebbero direttamente alcuni comandanti dell’Isis e la rotazione dei reparti mercenari avverrebbe mensilmente; dopo di che, gli uomini così formati passerebbero direttamente in Medio oriente, attraverso Ucraina e Turchia. A detta di Basurin, l’arrivo di ogni nuovo contingente è contrassegnato dall’intensificarsi degli scontri.
Proprio negli ultimi giorni, tra l’altro, la situazione al fronte si è aggravata sensibilmente. Secondo le milizie, solo le continue e intense piogge delle ultime settimane, avrebbero ritardato l’offensiva su larga scala che Kiev starebbe pianificando da tempo, con l’impiego di mezzi corazzati. Nella zona meridionale del fronte, la ricognizione della DNR ha verificato la presenza di diversi blindati, camion carichi di proiettili per le artiglierie e per i sistemi razzo “Grad”, oltre una decina di cannoni controcarro “Rapira” da 100 mm.
Ancora Eduard Basurin ha dichiarato che la DNR si attende, da qui al prossimo 22 maggio, una serie di grosse provocazioni ai danni della popolazione civile, con l’obiettivo di incolparne le milizie, nell’area di Avdeevka, Novotroitskoe e Volnovakha. Servirebbe allo scopo, ha detto Basurin, anche l’arrivo di un folto gruppo di giornalisti stranieri, chiamati a “registrare la provocazione delle milizie” e la predisposizione nella zona di una serie di apparecchiature di disturbo elettronico, del tipo di quelle utilizzate dall’Isis in Siria e Iraq, per facilitare l’avvicinamento dell’aviazione ucraina e il lancio di razzi guidati.
Sulla linea del fronte della Repubblica popolare di Lugansk, invece, e più precisamente nell’area di Sčaste, sarebbero in azione cecchini provenienti da Estonia e Lettonia, muniti di passaporto ucraino e inquadrati ufficialmente nelle truppe di Kiev: lo ha dichiarato il rappresentante delle milizie della LNR Andrej Maročko, che ha sottolineato anche l’utilizzo di droni da ricognizione da parte ucraina.
In generale, è detto in una dichiarazione dei comandi delle milizie, le continue violazioni del cessate il fuoco da parte ucraina, con l’impiego di ogni tipo di armi, anche pesanti, saranno d’ora in avanti registrate “non solo dalla cauta, sonnecchiante tra una colazione e un desinare missione Osce”, ma anche dalle videocamere recentemente installate lungo la linea del fronte.
Sul tema specifico degli osservatori Osce nel Donbass, l’introduzione di reparti armati della missione, da tempo richiesta da Kiev, verrebbe ora appoggiata anche dalla Germania. Il Ministro degli esteri ucraino Pavel Klimkin, sarebbe riuscito a convincere il suo omologo Frank-Walter Steinmeier, verosimilmente durante l’ultima riunione del cosiddetto “Quartetto normanno”, la scorsa settimana, della “necessità” di introdurre circa 5.000 osservatori Osce dotati di armi leggere e mezzi blindati e anche della creazione di alcune “zone di sicurezza” nel Donbass, in particolare lungo le linee di mar d’Azov, Debaltsevo, aeroporto di Donetsk e area di Lugansk. Mosca a più riprese si è detta contraria a teli progetti ucraini, considerando la missione Osce non un corpo di polizia militare, quale la renderebbe il suo armamento, ma un organismo di verifica e controllo. Al primo apparire del piano di Kiev sull’armamento degli osservatori Osce, alcune settimane fa, il presidente della DNR, Aleksandr Zakharčenko, aveva dichiarato che la Repubblica di Donetsk avrebbe considerato la cosa come un’aggressione e risposto di conseguenza.
Fabrizio Poggi
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