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L’attentato a Plotnitskij alla vigilia di un attacco ucraino al Donbass?

Fornendo aggiornamenti sulle condizioni di Igor Plotnitskij, il presidente dell’ex parlamento della Novorossija, Oleg Tsarev, nel primissimo pomeriggio aveva raccontato di come, subito dopo l’attentato, i soccorritori disperassero che “potesse arrivare vivo all’ospedale. Era tutto coperto di sangue. Lui stesso stava dicendo addio alla vita. Poi lo hanno ripulito completamente del sangue e riempito di farmaci. Niente di mortale. Molto sangue. Molti tagli. Un barotrauma. Sopravviverà”. Più tardi, lo stesso Tserev, ha fornito un quadro completo della situazione fisica di Plotnitskij, ribadendo che le ferite riportate non costituiscono pericolo di vita. Numerose contusioni ed ematomi, lacerazioni superficiali alla testa, trauma addominale, ferite di scheggia all’avambraccio, numerosissime lesioni superficiali dei tessuti molli, lividi e abrasioni, forte contusione e barotrauma, danni al vitreo e alla cornea, senza pericoli per la vista. “Prive di fondamento”, ha sottolineato Tsarev “le voci diffuse da alcuni media di ferite al fegato e gravi danni a organi vitali”, avendo forse in mente le amene parole scritte su feisbuc dall’ex capo del dipartimento di polizia ucraina per la lotta al narcotraffico, Ilja Kiva, che, con versetti hitleriani, non aveva perso tempo a diffondere la “notizia” della morte di Plotnitskij: “E’ fatta. La carogna è cotta. Bruci all’inferno!”.

Il capo del governo della LNR, Sergej Kozlov, ha qualificato l’attentato a Igor Plotnitskij come atto terroristico, ribadendo che la pista più probabile è quella di sabotatori ucraini. Kozlov ha dichiarato che è stato messo in piedi uno speciale pool investigativo, di cui fanno parte agenti di tutte le strutture di sicurezza della Repubblica. Da parte sua, la portavoce del Ministero per la sicurezza nazionale della LNR, Elena Ljubenko, ha dichiarato che la Commissione mista (Ministero degli interni, Procura generale e Ministero per la sicurezza nazionale) esamina quella di un’azione di sabotaggio ucraina come una delle piste di indagine, accanto ad altre. “Al momento”, ha detto la Ljubenko, “è stato attivato un piano di “cattura” per intercettare gruppi di sabotatori”.

L’agenzia Russkaja Vesna ricorda come, lo scorso aprile, il Ministero per la sicurezza nazionale della Repubblica popolare di Donetsk avesse diffuso una nota in cui si rendeva noto di come il presidente ucraino Petro Poroshenko avesse impartito l’ordine di eliminazione fisica dei leader di DNR e LNR. Nella nota si informava anche di come l’allora capo del Servizio di sicurezza ucraino, Vasilij Gritsak, avesse dichiarato all’ucraino “Korrespondent” che “Zakharčenko, Plotnitskij e altri capi terroristi devono pensare che verrà fatta piazza pulita di loro”.

D’altra parte, il vice decano della Scuola superiore di economia di Mosca e membro del Consiglio russo per gli affari internazionali, Andrej Suzdaltsev, ritiene che l’attentato a Igor Plotnitskij costituisca il tentativo di eliminare il capo della LNR alla vigilia di gravi avvenimenti nel Donbass. Dopo i fatti odierni, secondo Suzdaltsev, ci si deve attendere un acutizzarsi delle situazione nel Donbass e anche la vita di Zakharčenko può esser minacciata. Non si deve dimenticare, ha detto, il crescente concentramento di forze ucraine lungo la linea di separazione: una situazione analoga a un anno fa, quando Poroshenko fu dissuaso dall’attacco da Hollande e Merkel. “Ora la situazione è molto simile” afferma Suzdaltsev; “è concentrata praticamente tutta la parte operativa dell’esercito ucraino, si sono ammassate una gran quantità di munizioni e, di fatto, si sta già combattendo, pur se a bassa intensità. L’inizio delle ostilità è possibile in qualsiasi momento”. Anche all’interno dell’Ucraina, ci sono tutte le condizioni di crisi economico­sociale che spingono Poroshenko alla guerra. E, sottolinea Suzdaltsev, non vanno assolutamente dimenticate le elezioni presidenziali in USA fra tre mesi: “Gli Stati Uniti hanno molti conflitti aperti e nessuno di essi è stato risolto. Ovviamente, sarebbe molto vantaggioso se l’Ucraina, all’improvviso, risolvesse “il problema” per proprio conto. Sarebbe una forte spinta nella campagna di Hillary Clinton”, ha concluso Suzdaltsev.

Il capo della Milizia popolare della LNR, Oleg Anaščenko, ha dichiarato che le “unità della Milizia sono state poste in stato di massima allerta, per respingere possibili provocazioni, sia lungo la linea di separazione al fronte, sia nel resto del paese”.

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