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Theresa May: “Brexit e vado via”

La Premier pronta a dimettersi pur di incassare il sostegno al suo accordo di uscita dall’UE.

Nell’estremo tentativo di convincere i deputati Conservatori euroscettici a sostenere il suo accordo di ritiro dall’Unione Europea, Theresa May ha promesso al gruppo parlamentare Tory di dimettersi dalla carica di Primo Ministro prima dell’avvio della prossima fase dei negoziati sulla Brexit. La Premier si è detta pronta a lasciare il posto ad un altro esponente del suo partito, cedendo dunque alle pressioni della destra interna. Il discorso (pronunciato ad una riunione del gruppo alla Camera dei Comuni), è stato riportato dai principali quotidiani britannici come segue.

“Percepisco chiaramente gli umori del gruppo parlamentare. So che c’è un desiderio per un nuovo approccio nella seconda fase dei negoziati per la Brexit, e per una nuova leadership. Non ostacolerò queste legittime aspirazioni. Dunque, qualora il mio accordo dovesse ottenere il via libera ai Comuni, non interpreterò questo successo come un mandato per avviare la seconda fase delle consultazioni con l’Unione Europea e per proseguire nella mia premiership. Non lo farò. Ma, adesso, dobbiamo ratificare l’accordo e procedere all’implementazione della Brexit. Sono pronta a dimettermi da Primo Ministro prima di quanto intendessi fare, al fine di ottenere ciò che è giusto per il nostro paese e per il nostro partito”.

Theresa May non ha fissato una data specifica per le sue dimissioni. L’annuncio del Primo Ministro è considerato fondamentale per ottenere il sostegno di alcune decine di parlamentari favorevoli ad una Hard Brexit (tra cui Boris Johnson e Jacob Rees-Mogg), che a questo punto, potrebbero sostenere l’accordo di uscita negoziato dalla May con l’UE (in precedenza giudicato troppo morbido). La destra interna ai Tories, infatti, aveva richiesto un avvicendamento al vertice del governo come precondizione per appoggiare il suo deal.

Secondo il Guardian, alcuni deputati conservatori avrebbero dichiarato, all’uscita della riunione, che questo discorso segnerebbe l’avvio del processo di selezione di un nuovo capo del Partito Conservatore; l’obiettivo sarebbe quello di avere un leader pronto a prendere le redini della compagine in tempo per la prossima conferenza (fissata per l’autunno).

Non è ancora certo, tuttavia, che la proposta di uscita dalla UE possa ottenere la maggioranza alla Camera dei Comuni: Theresa May dovrà portare dalla sua parte, oltre agli euroscettici del suo Partito, anche gli Unionisti dell’Irlanda del Nord, a meno di un soccorso proveniente da alcuni battitori liberi laburisti spaventati dal concretizzarsi dell’ipotesi di una uscita unilaterale.

Il Ministro della Brexit, Steve Barclay, aveva annunciato in precedenza che il governo aveva pianificato di chiedere alla Camera dei Comuni di riunirsi Venerdì, nella speranza di sottoporre nuovamente al voto dei deputati l’accordo (già respinto due volte). Tuttavia, i ministri dovranno vincere le resistenze del Presidente dell’assemblea, John Bercow, che, la settimana scorsa, non aveva acconsentito alla terza consultazione sul testo proposto dalla May.

 * Qui potete trovare gli articoli precedenti in pdf: Corrispondenze

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