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Dopo quindici mesi di sciopero, vittoria per i postini nelle Hauts-de-Seine

Dopo 463 giorni di sciopero, i postini del dipartimento delle Hauts-de-Seine 92 hanno vinto. Una lotta incredibile per il coraggio dei lavoratori in sciopero continuativo per ben 15 mesi e unica per il supporto generale ottenuto a tutti i livelli da lavoratori di altri settori (come gli cheminots della SNCF), dai collettivi studenteschi e dalle organizzazioni politiche, dai partiti di NPA e France Insoumise.

Un successo conquistato duramente a causa della determinazione da parte della direzione de La Poste a mettere a tacere a tutti i costi questa lotta, attraverso licenziamenti politici e provvedimenti disciplinari a carico dei lavoratori in sciopero. Per più di un anno, i postini hanno denunciato i numerosi piani di riorganizzazione dei vari uffici postali voluti dalla direzione che, a loro avviso, aumentano il carico di lavoro e ne peggiorano le condizioni, anche a fronte della  «razionalizzazione del personale » che in realtà ha eliminato quasi 45mila di posti di lavoro dal 2008 ad oggi.

Il 4 luglio più di 150 lavoratori postali torneranno al lavoro « a testa alta ». Lunedì scorso, Gaël Quirante, delegato sindacale di Sud Poste 92 e figura di riferimento della mobilitazione, ha annunciato su Twitter il trionfo orgoglioso dei postini delle Hauts-de-Seine, i quali lunedì scorso hanno firmato un protocollo d’intesa con la direzione de La Poste per porre fine allo sciopero, alle condizioni discusse e condivise durante la loro Assemblea Generale.

L’intensificarsi del conflitto e il moltiplicarsi delle azioni sindacali da parte degli scioperanti, con l’occupazione pacifica degli uffici della sede de La Poste a Parigi lo scorso 14 giugno, ha costretto la direzione a dover interloquire con i lavoratori, completamente inascoltati soprattutto nei primi mesi di sciopero, e a negoziare una risoluzione.

In questo intervallo di tempo, la direzione de La Poste non ha fatto a meno di utilizzare qualunque strumento coercitivo e repressivo per cercare di indebolire la protesta, attaccando direttamente i lavoratori sindacalizzati e i personaggi di spicco, su tutti Gaël Quirante, posto nuovamente in stato di fermo a seguito dell’occupazione dello scorso giugno.

«Davide ha sconfitto Golia» è la metafora utilizzata da molti per riassumere la portata del conflitto politico e sociale da parte dei postini del dipartimento delle Hauts-de-Seine e che abbiamo presentato nell’articolo «Sperano soltanto che noi moriamo»: i postini in sciopero nelle Hauts-de-Seine. Di seguito riportiamo la traduzione del comunicato del 2 luglio a firma dei postini di Sudposte Hauts-de-Seine.

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La firma del protocollo d’intesa segna la fine di una lotta esemplare durata 15 mesi per posti dellle Hauts-de-Seine

Ieri, lunedì 1 luglio, dopo 463 giorni di sciopero, la direzione de La Poste e la nostra organizzazione sindacale hanno firmato un protocollo per porre fine allo sciopero. I 150 scioperanti (20% dei postini del dipartimento) torneranno al lavoro giovedì 4 luglio 2019. Noi usciamo rafforzati da questo conflitto storico durante il quale non ci siamo mai arresi.

Lo sciopero rivela il furto su larga scala dell’orario di lavoro

La nostra mobilitazione è infatti riuscita a mettere in evidenza a livello nazionale il furto dell’orario di lavoro perpetrato da La Poste: come mostra il dossier pubblicato da Libération il 25 giugno 2019, gli algoritmi utilizzati per calcolare il carico di lavoro dei 70.000 postini del paese sono completamente incompatibili con la realtà sul campo.

I postini in Francia e i loro sostenitori hanno ora l’opportunità di approfittare di questo punto di sostegno per mettere in discussione i piani attuati da La Poste per suddividere i posti di lavoro, le professioni e la qualità del servizio. Ne discuteremo ampiamente con la nostra federazione e con tutti i collettivi militanti impegnati nella difesa dei lavoratori postali e dei servizi pubblici.

Rinvio dei piani di soppressione dei posti di lavoro

I piani di soppressione dei posti di lavoro previsti per gli uffici postali in sciopero sono stati rinviati al gennaio 2021. In questo modo uffici come Asnières o Levallois non avrebbero subito una soppressione dei turni dal 2010, Clichy o Gennevilliers dal 2011… Più di 10 anni senza riorganizzazione, mentre la media tra due progetti altrove in Francia è di 2 anni.

La Poste ammette quindi di non essere in grado di attuare una riorganizzazione minima per un periodo che, a seconda degli uffici, può durare fino al 2021. Alla fine di questo periodo, la controversia sulla validità di queste ristrutturazioni rimane e non vi è dubbio che la nostra organizzazione sindacale non si possano convalidare questi progetti nè il metodo di programmazione.

Nessuna pausa meridiana

Per la maggior parte degli uffici in questione, abbiamo già ottenuto la garanzia che la pausa meridiana [escamotage utilizzato da La Pose per estendere i turni lavorativi da 6:30-13:30 a 8:30-16:00, ndt], i distaccamenti postali e altri dispositivi che comportano lo smantellamento dell’attività di postino saranno dimenticati per anni a venire. In questo modo, il nostro movimento ha dimostrato che è possibile tenere testa al più grande datore di lavoro del paese dopo lo Stato.

La sede di Boulogne, la cui riorganizzazione è rinviata almeno fino a maggio 2020, non sarà quindi interessata dalla pausa meridiana o dalla creazione di distaccamenti postali, né Levallois-Perret (nessuna riorganizzazione prima del marzo 2020) e Asnières (nessuna riorganizzazione prima del gennaio 2021).

142 assunzioni con contratti a tempo indeterminato

A seguito dello sciopero sono state garantite 142 assunzioni con contratto a tempo indeterminato, di cui 70 nel 2019: le numerose assunzioni e il calo della precarietà sono un doppio passo in avanti da imputare allo sciopero. Questi dipendenti sono stati assunti inizialmente per cercare di contrastare gli effetti dello sciopero… che alla fine ha portato alla stabilizzazione di questi lavoratori!

Una svolta nel diritto sindacale

Lo sciopero ha anche portato a una svolta nei diritti sindacali: la possibilità per un rappresentante sindacale (in questo caso il nostro segretario Gaël Quirante) di continuare a lavorare nell’azienda da cui è stato licenziato è una svolta che attende solo di essere estesa ad altri settori del mondo del lavoro. Se si utilizzasse in maniera sistematica un tale esempio, i padroni ci penserebbero due volte prima di licenziare un rappresentante sindacale…

Il fondo-cassa per lo sciopero e il sostegno esterno sono stati decisivi

Gli scioperanti hanno inoltre ottenuto condizioni di ripresa del lavoro che garantiscono loro il pagamento di una somma pari a quasi 4.000 euro netti a partire dalla fine di luglio per coloro che hanno effettuato tutti i giorni di sciopero.

La cassa di sostegno allo sciopero dei postini del 92 è una delle grandi mai istituite in tutto il paese. Torneremo più in dettaglio su questo tema, che è stata cruciale per mantenere il braccio di ferro con la direzione de La Poste.

Ringraziamo vivamente tutte le organizzazioni sindacali, politiche e associative che ci hanno sostenuto. Senza questo sostegno, non saremmo stati in grado di resistere. In particolare, il Comitato di sostegno allo sciopero ha svolto un ruolo decisivo per vincere la causa.

Di fronte allo sciopero, La Poste ha dovuto arrendersi

All’inizio del conflitto, l’obiettivo di La Poste era quello di spezzare le reni del nostro sindacato e la combattività che esso incarna a livello degli uffici postali e dei lavoratori postali del 92. E’ stato un fallimento: la nostra organizzazione sindacale, gli scioperanti e la strategia di raggruppamento degli uffici, dei settori e dei fronti di lotta che si sono attivati escono rafforzati da questo conflitto storico.

Che la nostra determinazione dia forza agli altri! Perché di fronte alla barbarie di questo mondo, è tempo di riunire tutte le lotte. Che si tratti dei nostri compagni della Geodis di Genneviliers che si trovano ad affrontare la repressione, dei lavoratori dei pronto soccorsi che lottano per la salute di tutti, del personale educativo in sciopero contro la riforma della maturità, dei Gilets Jaunes la cui determinazione è contagiosa, attivisti nei quartieri popolari che non si rassegnano alla violenza della polizia o capitani che hanno salvato i migranti a rischio della propria libertà, uniamo la nostra resistenza, scioperiamo insieme per una controffensiva globale del mondo del lavoro e giovanile!

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