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Il Tiar contro il Venezuela

Dopo lo scandalo di Guaidó fotografato alla frontiera colombiana con il gruppo paramilitare dei Los Rastrojos, gli Stati uniti provano ad utilizzare il Trattato interamericano di assistenza reciproca, su suggerimento della Colombia e con il beneplacito dell’Organizzazione degli stati americani (e non solo) per far cadere Maduro.

I riflettori della stampa internazionale sul Venezuela si sono momentaneamente abbassati, forse perché l’autoproclamato presidente Juan Guaidó non è l’anti-Maduro che tutti si aspettavano. Anche la stessa Repubblica è stata costretta ad ammettere che è impresentabile. Certo, di tempo ce ne è voluto, ma la foto di Guaidó in posa con i leader del gruppo paramilitare dei Los Rastrojos ha definitivamente fugato ogni dubbio.

A screditare definitivamente l’uomo su cui le destre continentali e gli Stati uniti avevano puntato per far tornare il Venezuela ad essere un paese sottomesso ci ha pensato il direttore della ong colombiana Progresa, Wilfredo Cañizares, il quale ha detto di essere in contatto con dei testimoni pronti a giurare sull’arrivo di Guaidó al confine colombo-venezuelano grazie ai paras di Los Rastrojos. Sono stati loro a creare una zona cuscinetto che permettesse all’esponente di Voluntad Popular di raggiungere Cucuta, alla frontiera tra i due stati, per mettere in atto la farsa della consegna degli aiuti umanitari alla popolazione venezuelana.

Nella campagna di destabilizzazione del Venezuela bolivariano spesso c’è lo zampino della Colombia, in particolare dell’attuale presidente Duque e di Álvaro Uribe, ex capo di stato legato a doppio filo con il paramilitarismo. È stata proprio la Colombia ad invocare l’attivazione presso l’Organizzazione degli stati americani del Tiar, il Trattato interamericano di assistenza reciproca contro il Venezuela. Finora, scrive Barómetro Internacional, il Tiar è stato utilizzato dagli Stati uniti contro Nicaragua, El Salvador, Honduras, Grenada, Cuba, Guatemala. A questo proposito sono significative le parole di Elliot Abrams: “Un’azione militare contro il Venezuela per gli Stati uniti si rende necessaria per tutelare la propria sopravvivenza”. Se la guerra contro il Venezuela sembra un’ipotesi poco plausibile, viste anche le recenti dichiarazioni di Trump, smarcatosi dal pantano siriano abbandonando i curdi a loro stessi, resta tuttavia preoccupante il sostegno al Tiar ricevuto dai fedeli alleati Colombia e Cile, dall’Inghilterra e dalla Nato.

Nessuno si è mai posto il problema di fermare Guaidó, ma tutti concordano nel voler farla finita con la rivoluzione bolivariana. L’autoproclamato presidente lo scorso agosto annunciò la nascita di una sorta di governo ombra in Colombia incassando l’appoggio incondizionato di Iván Duque. Sempre in Colombia si è insediato James Story, l’uomo incaricato da Washington di tutelare gli interessi degli Stati uniti in Venezuela.

I membri del gabinetto ombra di Guaidó sono impresentabili quanto lui. Humberto Prado, delegato ad occuparsi del rispetto dei diritti umani in Venezuela e già direttore dell’Observatorio Venezuelano de Prisiones, secondo Wikileaks è foraggiato dalla ong statunitense Freedom House, alle dirette dipendenze della Casa bianca. Non poteva mancare Lilian Tintori, moglie di Leopoldo López, il picchiatore del partito con chiare tendenze fasciste Voluntad Popular. La donna sarebbe coinvolta nel furto di denaro proveniente dalla Ned. Lo stesso López figura in qualità di coordinatore di questo governo ombra. Fu lui, nel 2002, a dirigere il colpo di stato contro Hugo Chávez, prima di essere incarcerato, nel 2014, per essere tra i promotori dell’operazione La Salida, allo scopo di far cadere il chavismo. Fu sempre lui, lo scorso mese di aprile, a tentare di nuovo il colpo di stato contro Maduro in compagnia di Juan Guaidó. Altro sodale dell’autoproclamato presidente è Julio Borges, designato come “ministro degli esteri “ e noto per aver sollecitato un intervento militare e il blocco economico contro il suo stesso paese. Infine, Alejando Plaz, nominato come ministro allo sviluppo economico. Quest’ultimo è accusato di cospirazione per aver ricevuto, tramite la ong Súmate, un finanziamento di 31mila dollari per promuovere attività golpiste come le guarimbas, che nel 2015 provocarono 43 morti.

Provocare una crisi umanitaria, invocare il Tiar e dar vita ad un governo ombra denominato significativamente dai chavisti un gabinete para delinquir rappresentano una serie di azioni che farebbero prevedere un intervento armato contro Caracas o comunque creare le premesse per una rivoluzione colorata che finora la maggioranza dei venezuelani è riuscita a respingere.

 

da La Bottega del Barbieri

 

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