I Parlamenti dei paesi dell’America Latina rimasti più o meno nell’orbita politica ed economica degli Stati Uniti o comunque lontani dal progetto di integrazione orizzontale dell’Alba – Colombia, Messico, Cile e Perù – si sono accordati per costituire il Parlamento dell’Alleanza del Pacifico, il blocco commerciale nato nel giugno del 2012, che rappresenta circa il 35% del Pil dell’intera America Latina.
Riunitisi nella capitale colombiana Bogotá, i presidenti delle assemblee legislative dei quattro paesi fondatori hanno sottoscritto l’intesa per la nascita dell’organismo incaricato di sviluppare il quadro normativo degli accordi di libero scambio e circolazione di beni, servizi e persone previsti dall’Alleanza.
Per il momento è previsto che ogni Congresso designi una “commissione di accompagnamento” in vista del prossimo appuntamento tra i capi delle assemblee legislative previsto a giugno in Cile. “In quell’occasione definiremo i criteri, gli obiettivi e le facoltà che avrà questa istanza parlamentare” ha precisato il cileno Jorge Pizarro.
Per l’inaugurazione ufficiale del nuovo parlamento i Congressi dei rispettivi paesi dovranno infine ratificare l’accordo generale per l’integrazione del meccanismo regionale.
Secondo i piani dei promotori tutto dovrebbe avvenire in tempi rapidi, prima del vertice presidenziale dell’Alleanza del Pacifico in programma a Cali, sempre in Colombia, al quale hanno confermato la loro partecipazione nove fra capi di Stato e di governo: fra questi, il peruviano Ollanta Humala, il cileno Sebastián Piñera, il colombiano Juan Manuel Santos e il messicano Enrique Peña Nieto, a cui si uniranno la costaricana Laura Chinchilla e il panamense Ricardo Martinelli, i cui paesi, ora osservatori del blocco, aspirano a un ingresso a pieno titolo.
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