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Aziende israeliane escluse dalla Fiera delle armi in Francia. Una prima vittoria della mobilitazione

Per ordine della magistratura francese e attraverso un’azione legale intentata da 50 organizzazioni per i diritti umani, la magistratura francese ha vietato a 74 aziende militari israeliane di partecipare alla fiera delle armi in Francia organizzata dal ministero della Difesa.

1) I giudici hanno ordinato il divieto di qualsiasi presenza delle società di armi israeliane o delle loro filiali, e di tutte le delegazioni o intermediari israeliani alla fiera delle armi “EUROSATORY” in programma a Parigi da oggi a venerdì prossimo.

2) Il caso è stato depositato il 6 giugno di quest’anno davanti al tribunale di Bobigny, alla periferia di Parigi, e il 13 giugno di quest’anno si è tenuta un’udienza per spiegare la posizione della coalizione.

3) La causa si è concentrata sulla necessità di impedire la partecipazione delle aziende produttrici di armi israeliane alla mostra “in un momento in cui l’esercito israeliano sta commettendo crimini a Gaza e la Corte internazionale di giustizia ha sottolineato la ragionevolezza del genocidio in corso”.

4) Ha chiesto inoltre che alle delegazioni israeliane non sia permesso di partecipare e di acquistare armi alla mostra, che si terrà dal 17 al 21 giugno a Villepinte, poiché ciò potrebbe contribuire ai crimini menzionati.

5) La vittoria è la prima, poiché “ci sono state diverse dichiarazioni di aziende israeliane secondo le quali eluderanno il divieto presentandosi negli stand di altre aziende alla fiera e attraverso filiali o altro”.

6) E non si fermerà qui, poiché “almeno 7 filiali partecipate a maggioranza da aziende israeliane sono ancora previste per partecipare alla fiera”. L’attività di follow-up continuerà, poiché “esiste ancora un rischio significativo di contribuire ai crimini se le aziende israeliane sono presenti indirettamente” e che questa questione “costituisce una violazione del diritto umanitario internazionale e del diritto penale francese in materia di crimini internazionali”, e la coalizione di associazioni chiede di scongiurare “questo pericolo”.

7) Non sorprende che gli avvocati della società organizzatrice della mostra abbiano difeso l’incompetenza del tribunale e la mancanza di interesse delle associazioni a prendere le misure necessarie, affermando che la più grande mostra di armi non consente transazioni commerciali e quindi non può contribuire ai crimini commessi in Palestina e che la magistratura non ha l’autorità per impedire agli acquirenti israeliani di entrare alla mostra.

8) I giudici non hanno accolto nessuna delle loro argomentazioni e si sono pronunciati a favore delle associazioni, ordinando l’interdizione alla fiera delle delegazioni israeliane e di tutti gli intermediari e ditte israeliane in qualsiasi forma, e hanno ordinato che la decisione fosse affissa a tutti gli ingressi della mostra.

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