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Roma. Nuova ondata di occupazioni di case

Il secondo tsunami tour per il diritto all’abitare a cinque mesi di distanza da quello del 6 dicembre scorso che portò all’occupazione contenporanea di una decina di edifici da parte di un migliaio di senza casa. “Altri 13 spazi (in realtà sarebbero 8 o 9 per ora le azioni riuscite, ndr) sono stati sottratti ai signori del mattone e della speculazione – scrivono in un comunicato Movimenti per il Diritto all’Abitare, Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa, Blocchi Precari Metropolitani, Action e Comitato Obiettivo Casa – proprio nel momento in cui si vorrebbe riversare su Roma una nuova valanga di cemento privato approvando, in zona cesarini, una nuova sfilza di delibere cosiddette “urbanistiche” che in realtà rappresentano l’ennesimo “Sacco di Roma”. Del resto le ombre nere dei Re di Roma sono già pesantemente entrate  in campo nella competizione elettorale che porterà ad eleggere a fine maggio il nuovo sindaco. E’ compito di tutti e tutte noi fermarli – proseguono – Far emergere un’altra idea di città.  Un’altra Roma da costruire e conquistare insieme. Anche per questo abbiamo deciso di collegare oggi, in una grande giornata di lotta e mobilitazione le lotte per l’abitare con quelle contro le discariche, gli inceneritori e tutte fonti di nocività che distruggono i territori e le salute”.

Risulta occupato un edificio di proprietà del fondo immobiliare della Banca Popolare di Milano nel popolare quartiere di San Basilio (vedi foto). Sul cancello è apparso uno striscione che dichiara: “Riprendiamoci la città”. Dentro un residence con 72 appartamenti nuovi ma vuoti da due anni e mai utilizzati. All’interno ci sono circa 70 nuclei familiari, tutti italiani, tra cui giovani coppie, precari e bambini. “Queste occupazioni non sono simboliche – spiega Paolo Di Vetta, esponente dei Movimenti di lotta per la casa – gli spazi vuoti vanno occupati, perché l’amministrazione comunale capisca che vanno utilizzati coerentemente. Occupare appartamenti è una scelta precisa. Sconvolge, infatti, il fatto che le famiglie presenti siano solo italiane, è il segnale della crisi. Negli anni passati, invece, erano in maggioranza immigrati, ma oggi il dato è cambiato”.
I senza casa e gli attivisti dei movimentiper il diritto all’abitare sono entrati anche nelle case di nuova costruzione dell’imprenditore Caltagirone a Ponte di Nona.
Altre occupazioni sono in corso in via dei Tiburtina angolo via dei Fiorentini, gli ex uffici Telecom lungo via Tiburtina all’altezza del Gra, due palazzine di uffici in disuso in via del Caravaggio 107, uno stabile dell’Ordine dei Cavalieri di Malta in via Acqua Donzella 27, l’ex asl di Garbatella in piazza Attilio Pecile 21 e i locali dell’ex assessorato regionale alla Casa, messo in vendita nel XI municipio.
Lo "tsunami tour" dei movimenti Occupata una decina di palazzi
Infine nell’ondata di occupazioni si sono collocati anche i giovani, i precari e gli studenti. Tra i palazzi occupati ci sono infatti uno stabile provinciale in via Antonio Musa 10, al Salario, che i giovani precari e studenti del progetto “Degage” hanno intenzione di trasformarlo in uno studentato autogestito. I giovani e gli attivisti progetto “Mushrooms”, che il 13 marzo avevano provato a occupare una palazzina a Tor Pignattara, sono invece entrati nell’ala vuota dello Casa dello Studente di via De Dominicis (Casalbertone) per denunciare come “sia inaccettabile che di fronte alla crisi migliaia di ragazzi idonei per la borsa di studio ma non vincitori a causa della scarsità di fondi si ritrovino senza posto letto pur essendoci alloggi deserti”.

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1 Commento


  • camilla

    e se si cominciassero ad occuprare anche tutti gli stabili del clero?

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