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#occupycgil. La protesta della opposizione in Cgil

Il licenziamento di Sergio Bellavita, ex segretario nazionale della Fiom, appena confermato dalla confederazione guidata da Susanna Camusso, rischia di minare la residua credibilità della Cgil.

La minoranza interna – l’area “Il sindacato è un’altra cosa”, che ha proprio in Bellavita il coordinatore nazionale principale – ha lanciato ieri lo slogan #occupyCgil, occupando simbolicamente il salone “Di Vittorio”, nella sede nazionale del sindacato, con un’assemblea cui hanno partecipato “150 persone”. I promotori hanno annunciato che aggiungono “non ce ne andremo fino a quando il segretario Susanna Camusso non verrà a parlarci. La mobilitazione è scattata dopo che la segreteria Landini ha revocato all’unanimità il distacco sindacale rispedendolo di fatto in fabbrica, la bolognese Cei.

“Abbiamo deciso di occupare la sede della Cgil nazionale – si legge sul Facebook di Bellavita – a oltranza. Non possiamo permettere che la maggioranza della Cgil chiuda ogni spazio di opposizione defenestrando il portavoce nazionale Sergio Bellavita e i delegati Fca del comitato di lotta. Aspettiamo che Susanna Camusso venga qui e ripristini la dignità dell’unica area di opposizione interna. Non non molliamo. Noi non ci stiamo”.

A Camusso, dopo l’incontro della scorsa settimana sul caso Bellavita, la minoranza muove un’accusa precisa: “Ha tenuto a esplicitare (allo stesso incontro, ndr) che ritiene non piu’ possibile la costruzione di un’area di opposizione interna alla Cgil. Ed ha preannunciato nuove regole congressuali”, riportava la stessa area critica interna.

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