Il segretario del partito più frammentato del mondo è preoccpato. Le dichiarazioni di Monti e Fornero (“andremo avanti con la riforma del mercato del lavoro, con l’accordo del sindacato o senza”) lo hanno messo in una pessima situazione. Se i sindacati più tranquilli del mondo, infatti, non riescono a spuntare nemmeno un frammento di riduzione del massacro sociale che il governo ha in testa, gli riuscirà difficile continuare a sostenere questo governo senza essere cancellato dall’odio popolare alle prossime elezioni (aprile 2013).
Quindi oggi incontra Monti proprio per discutere di “lavoro”. Nonche intenda davvero smettere di votarlo in parlamento (“C’è un patto di lealtà che non verrà meno e che deve durare fino alla fine della legislatura”, ha spiegato). Ma ha anche avvertito Fornero & co: “Io dico: attenzione. Davanti ad un Paese in recessione c’è bisogno di corresponsabilità e coesione”. Per Bersani, “rompere a quel tavolo vuol dire ‘liberi tutti’. E il ‘liberi tutti’ può essere un problema per l’Italia, non per il Pd, il governo o la Cgil. L’accordo può anche non riuscire, ma voglio essere sicuro che ci provino tutti”. Insomma: fate pure finta di trattare, ma non ditelo ogni giorno in televisione, altrimenti non ci crede nessuno. Ai sindacati viene fatta fare una brutta figura, e il Pd viene messo in imbarazzo…
Il problema che Bersani pare far fatica a capire è però questo: il governo ha necessità di far capire a tutti, e in primo luogo “ai mercati”, che ha spezzato le reni ai sindacati. In realtà al movimento dei lavoratori. E che sui posti di lavoro le imprese potranno fare come vogliono, senza sindacati tra le palle. E questo va fatto “vedere”, soprattutto in televisione.
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