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Puglia. I braccianti di Rignano, prima assediati poi assetati

La Regione Puglia ha clamorosamente disatteso gli impegni presi il 31 luglio con i braccianti dell’ex Gran Ghetto di Rignano, che a oggi si ritrovano ancora senza acqua potabile, esposti inoltre a continui ricatti e senza i diritti minimi sindacali. È per questo che il Coordinamento Lavoratori Agricoli USB di Foggia ha annunciato in un’affollata conferenza stampa tenuta questa mattina in località San Severo una serie di iniziative, la più clamorosa delle quali sarà portare alla FAO di Roma la voce dei braccianti. In più, in risposta all’atteggiamento ricattatorio della Regione Puglia, è stato proclamato uno sciopero dei lavoratori agricoli per il prossimo 10 novembre.
Intanto il Coordinamento Lavoratori Agricoli USB in data 3 ottobre ha diffidato Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, a provvedere entro oggi all’allacciamento dell’acqua potabile a Rignano, altrimenti sarà presentato alla Procura di Foggia un esposto denuncia contro Emiliano per rifiuto e omissione di atti di ufficio (art.328 C.P.) essendo trascorsi dalla richiesta ben più dei 30 giorni previsti dalla legge.
Il 31 luglio l’assessore regionale al Lavoro, Sebastiano Leo, l’assessore alle Politiche agricole, Leonardo Di Gioia, e il segretario della Presidenza regionale, Roberto Venneri si erano infatti impegnati con una delegazione degli oltre duemila lavoratori dell’ex Gran Ghetto di Rignano ad avviare un processo che poneva al centro non solo la fornitura dell’acqua potabile ma anche i diritti sindacali e l’inserimento abitativo dei braccianti, accogliendo le proposte del Coordinamento.
La marcia indietro della Regione svela finalmente la falsità della campagna di presunta lotta per la legalità, che ha speculato sulla pelle di uomini e donne costretti a vivere e a lavorare in condizioni inumane. Adesso che è venuta giù la maschera dell’ipocrisia, dopo mesi di speculazioni politiche, siamo noi a pretendere legalità a partire dal ripristino della distribuzione dell’acqua potabile, dalla convocazione di un tavolo permanente con la partecipazione delle aziende sull’effettivo rispetto degli oneri contrattuali a carico dei datori di lavoro (diritti salariali, previdenziali, sicurezza sul lavoro, trasporto, ecc…), e dal vincolo dell’erogazione dei contributi/incentivi comunitari (PAC o PSR) al rispetto delle norme contrattuali. Ricordiamo a tal proposito che la dotazione finanziaria totale del Piano di Sviluppo Rurale Puglia 2014 – 2020 è pari a 1.637.880.991,74 euro.
Da questo momento inizia una vasta campagna di informazione, che porterà questo mese la voce dei braccianti alla FAO a Roma, per denunciare le condizioni di sfruttamento lavorativo e sociale dei braccianti nella filiera agricola in Puglia. In particolare sottolineeremo a gran voce il ruolo della Regione in questa violenza istituzionale che sa di ricatto al processo di sindacalizzazione intrapreso da lavoratori e lavoratrici. Riteniamo inaccettabile questo atto ricattatorio e intimidatorio della Regione Puglia e per questo motivo proclamiamo lo sciopero dei braccianti per il prossimo 10 novembre.

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