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Milano. Strage sul lavoro: 3 operai morti, tre feriti, uno è gravissimo

E’ stata una strage, come alla ThyssenKrupp di Torino nel 2007. E’ accaduto a Milano alla Lamina spa, azienda che produce lamine in acciaio e titanio. Per cause ancora in corso di accertamento,  poco prima delle 17 sei operai – tutti uomini tra i quarantadue e i sessantuno anni – sono stati trovati svenuti in una buca all’interno dell’impianto, nella zona Greco.

Sul posto sono intervenute nove ambulanze e quattro auto mediche, carabinieri, i vigili del fuoco e la polizia locale, che ha isolato la zona. Il bilancio dell’incidente sul lavoro è pesantissimo: tre operai sono morti, un altro è in condizioni gravissime e altri sono ricoverati in ospedale.

Gli operai morti sono Marco Santamaria, quarantadue anni, Giuseppe Setzu, quarantotto anni, e Arrigo Barbieri, cinquantasette anni. Il fratello di Barbieri, Giancarlo, 61 anni e ancora al lavoro in fabbrica, è l’operaio ricoverato in condizioni critiche all’ospedale San Raffaele. Tra i feriti anche un vigile del fuoco che prestava soccorso. Gli operai, stando a quanto finora accertato, sarebbero rimasti intossicati dal gas – sembrerebbe fumi di azoto – durante alcune operazioni di pulizia di un forno interrato a circa due metri di profondità in una buca nel terreno.

L’incidente di oggi a Milano allunga la già drammatica catena di morti sul lavoro che tutte le statistiche segnalano in forte crescita. Sicuramente le nuove norme sul lavoro, che stanno smantellando garanzie e diritti e precarizzando oltre ogni misura le condizioni dei lavoratori, sono una delle canne fumanti responsabili di questa terribile catena di omicidi in serie. A questo si aggiunge il fatto che da anni le aziende non investono in formazione, mettendo i lavoratori in condizioni impossibili, privi degli strumenti per operare in modo adeguato e consapevole in luoghi di lavoro anche molto pericolosi.
“Tutto questo è inaccettabile per un sindacato che voglia essere tale e persegua la via della lotta contro questo sistema produttivo che fa dell’uomo una merce sacrificabile in nome del profitto.” Afferma l’Usb in un comunicato. “Ci uniamo al dolore delle famiglie e dei colleghi e ci impegniamo a promuovere e partecipare a iniziative di lotta e mobilitazioni per questi lavoratori e per tutti gli altri che sono morti o rimasti feriti, come per quelli che ogni giorno continuano a rischiare la vita per un sistema padronale che non si arresta davanti a nulla, perchè venga  ripristinato un efficace sistema di tutela dei diritti sul lavoro e la sicurezza necessaria ai lavoratori tutti”.

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