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Goal degli operai. A Melfi scioperano in centinaia, FCA cancella un turno

Alcune centinaia di lavoratori della FCA di Melfi hanno aderito allo sciopero indetto dall’Unione Sindacale di Base. Uno sciopero, come noto, proclamato contro la proprietà che da un lato annuncia 1640 licenziamenti a Melfi, oltre a quelli annunciati negli altri stabilimenti per effetto del disastroso piano industriale presentato da FCA, e dall’altro comunicava l’arrivo alla Juventus di Cristiano Ronaldo, con un ingaggio da favola.

Lo sciopero ovviamente non era contro l’arrivo del “fenomeno” ma per mettere in luce le condizioni in cui sono costretti a lavorare gli operai FCA, i lavoratori del settore automobilistico con i salari più bassi d’Europa. Lavoratori costretti a turni massacranti, con saturazioni lavorative impensabili negli altri paesi, affetti ormai da varie patologie muscolo-scheletriche, tanto che Melfi è anche la fabbrica in cui per far fronte a tali patologie si è provato ad introdurre gli esoscheletri, con risultati risibili.

Negando anche l’evidenza, la direzione della FCA, con un suo portavoce, ha emesso alcune velenose dichiarazioni contro lo sciopero dichiarato dall’USB, nello stabilimento di Melfi, dalle ore 22.00 di domenica alle ore 6.00 di martedì 17 luglio.

È la prima volta che la FCA esterna proprie dichiarazioni, nonostante l’USB in questi anni abbia proclamato diversi scioperi nello stabilimento lucano. Questo dato è di per sé significativo, ed esprime un cambio di passo dell’azienda che, nonostante il clima di brutale repressione che vige nei suoi stabilimenti, ha visto scioperare centinaia di suoi dipendenti. Probabilmente l’adesione a questo sciopero, che va a sommarsi a quello della domenica pomeriggio che ormai da un anno l’USB proclama ogni domenica contro i 21 turni lavorativi settimanali, ha toccato un nervo scoperto, tanto che iniziano a ventilarsi minacce ai lavoratori che scioperano la domenica pomeriggio.

Le dichiarazioni della FCA, falsando i dati reali o addirittura inventandoli come nel caso di un inesistente sciopero USB a Pomigliano e Nola, con l’annuncio a tutto il mondo che sul turno di ieri mattina avrebbero scioperato solo 5 operai, tentando di ridurre lo sciopero a una burletta contro Ronaldo, proclamato per di più da un sindacato minoritario, è l’evidente tentativo di ridimensionare l’effetto clamoroso dello protesta.

FCA dimentica peraltro di dire che sul turno notturno della domenica l’adesione è stata ben più alta e che, caso strano, ha fermato il turno di notte che doveva entrare in fabbrica alle 22.00 di lunedì 16 luglio.

Complessivamente, sui turni interessati allo sciopero, sono state alcune centinaia i lavoratori che hanno scioperato, certamente una minoranza rispetto al numero totale degli addetti, ma la preoccupazione della FCA è la dimostrazione lampante che lo sciopero ha colpito duro nella sua opera di denuncia delle condizioni di lavoro che la FCA impone.

A nulla valgono i tentativi aziendali di affermare che queste “sarebbero iniziative di protesta promosse in tema calcistico … strumentali, promosse da sigle di nessuna rappresentatività reale ecc.” Se l’azienda pensasse veramente che la protesta di questi giorni fosse legata al tema calcistico allora la situazione sarebbe ancora più grave di quanto la si immagini, significherebbe essere completamente slegati dalla condizione in cui versano i propri dipendenti.

Intanto lo sciopero ha confermato il consolidamento di un gruppo di operai, attorno al nostro sindacato, che si battono contro le pessime condizioni di lavoro in FCA, fatte di bassi salari, ritmi di lavoro insopportabili, esuberi e cassaintegrazione.

È questo che teme il padrone ed è di questa paura che sono fatte le sue dichiarazioni contro il nostro sciopero.

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