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Lavoratore con braccio amputato scaricato per strada, il reato di omicidio sul lavoro è necessario

La strage di lavoratori nel nostro Paese continua senza freni, con centinaia di uccisi nel solo 2024 stando ai dati diffusi da Inail ed altri enti: la sicurezza di chi lavora viene sempre vista come un costo, da ridurre al minimo per aumentare i profitti.

Quanto successo a Latina nelle ultime ore dimostra tutta la mancanza di scrupoli di una parte dei datori di lavoro nel nostro paese: un lavoratore indiano ha subito, mentre era addetto al taglio del fieno, l’amputazione di un arto e diverse fratture.

Un infortunio gravissimo, che sarebbe di per sé potuto essere sicuramente evitato se fossero state rispettate tutte le misure a tutela di salute e sicurezza sul lavoro: molto spesso queste vengono ignorate o aggirate, per abbassare costi e tempi delle lavorazioni. Ma, purtroppo, la storia non finisce qui.

Il lavoratore gravemente infortunato, infatti, non è stato potuto essere soccorso in modo tempestivo, ma è stato prelevato dal datore di lavoro che, invece di portarlo al pronto soccorso o chiamare i soccorsi, lo ha scaricato a pochi metri da casa. Un trattamento che definire orribile sarebbe riduttivo.

Stando alle ultime notizie il lavoratore, solo a quel punto, ha potuto ricevere i soccorsi necessari: ora si trova ricoverato a Roma in gravi condizioni.

Una vicenda che, oltre a suscitare tanta rabbia, deve farci riflettere sulla scarsissima considerazione che una parte consistente della categoria padronale ha della vita dei lavoratori in Italia, in particolari in settori ad alto tasso di sfruttamento come l’agricoltura.

Per fermare questo fenomeno serve un elemento di deterrenza reale: il reato di omicidio sul lavoro, per la cui introduzione nel codice penale USB e Rete Iside si battono da anni, rappresenta l’unica proposta in campo che possa avere un effetto immediato e a nostro avviso porrebbe un vero freno a questa strage quotidiana, così come ad infortuni gravi come quello del lavoratore di Latina cui va tutta la nostra solidarietà e sostegno.

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3 Commenti


  • giovanni

    NECESSARIO arrestare il kriiminale datore di lavoro e sbatterlo in una cella con iextracomunitari,in genere condannanati per reati spesso risibili o frutto della miser


  • Oigroig

    Bisognerebbe anche parlare di terrorismo imprenditoriale e iscrivere le aziende che uccidono nelle organizzazioni terroristiche. Già dai livelli salariali si vede bene che il padronato non è interessato alle vite di chi lavora e che le considera uno strumento usa e getta. È una guerra di classe che in Italia fa tre morti al giorno, un migliaio all’anno. Le Brigate Rosse (organizzazione politicamente criticabile per lo stalinismo e perché ha voluto forzare un movimento rivoluzionario che avrebbe forse avuto qualche possibilità di incidere) ha compiuto in trent’anni 83 omicidi. Nello stesso periodo, il terrorismo neofascista avrà compiuto alcune centinaia di omicidi tra stragi e omicidi. Il terrorismo padronale non solo fa molte più vittime, ma esercita la sua violenza quotidiana su una scala ben più larga. Basterebbe prevedere che nel caso di omicidio sul lavoro una parte consistente della proprietà passi ai familiari del morto e la smetterebbero subito. Come diceva Machiavelli, i ricchi «dimenticano più presto l’omicidio del padre che la perdita del patrimonio».


  • RAF

    cambiare il mondo è ambizione, fare la rivoluzione è ragionevolezza

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