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Omicidio Aldrovandi: Corte dei Conti chiede 2 milioni ad agenti condannati

A quanto si apprende, la cifra si avvicina ai due milioni di euro. Il fascicolo della magistratura contabile contempla anche il danno d’immagine. L’indagine della Procura guidata da Salvatore Pilato é in via di definizione e l’istruttoria é prossima alla conclusione, dopo di che i quattro agenti (Enzo Pontani, Monica Segatto, Paolo Forlani e Luca Pollastri) potrebbero essere citati in giudizio davanti alla Corte.

La rivalsa patrimoniale può essere anche parziale e le responsabilità di ciascuno saranno oggetto di valutazione. I quattro agenti, all’epoca dei fatti in servizio alle ‘volanti’ della Questura, sono stati condannati in via definitiva a tre anni e sei mesi per la morte del 18enne durante un controllo a Ferrara. Due di loro stanno finendo di scontare i sei mesi residui visto che tre anni gli sono stati abbonati per via dell’indulto.

“E’ meraviglioso che ci sia giustizia e questo lo é. Credo che sia una buona notizia perché le responsabilità per la morte di Federico sono individuali e ricadono su 4 persone, non sulla Polizia in generale”. E’ stato questo il commento di Patrizia Moretti, madre della vittima, rispetto alla notizia resa nota ieri

La cifra corrisponde più o meno a quanto il ministero dell’Interno versò nel 2010 come risarcimento, dopo il primo grado di giudizio, a circa 10 familiari di Federico, ovvero i parenti di primo grado del ragazzo, tra cui i genitori, il fratello Stefano, gli zii e i nonni. “Il risarcimento é stato di fatto anticipato dal loro datore di lavoro” ha spiegato la mamma di Federico che valuta, dunque, l’iniziativa della magistratura contabile “in linea con un criterio di giustizia” oltre che “eticamente corretta”.

Di tutt’altro avviso, naturalmente, il sindacato di Polizia d’estrema destra, il Coisp, da sempre in fila fila nella difesa ad oltranza di quelli che definisce le vittime, cioè i quattro agenti condannati. ”Pretendere che gli appartenenti alla Polizia di Stato paghino di tasca propria nel caso in cui si verifichi una vicenda che li vede coinvolti per mera colpa é qualcosa di talmente forte e pretenzioso che fa davvero subito pensare al puro accanimento” ha commentato il sindacatino di polizia. ”Senza contare – prosegue una nota del segretario generale Franco Maccari – che la inevitabile e conseguente domanda é: ma quale poliziotto oserà mai più fare anche la più ovvia delle attività che gli competono ma che lo mettono in una situazione di rischio come ad esempio un inseguimento in auto? Ogni mattina ci svegliamo e ascoltiamo notizie che vanno in un unico senso, far sì che nessuno trovi più la voglia e la forza di indossare la divisa”.

In effetti certa gente dovrebbe evitare di indossarla la divisa. E se imporre il pagamento del risarcimento al singolo agente colpevole di abusi o come in questo caso di un omicidio – seppur colposo, stando alla sentenza – servirà come deterrente ad un uso indiscriminato della violenza da parte di un numero sempre maggiore di uomini in divisa, ben venga.

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