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Vaticano. I “privilegi” nascosti nei dettagli

La Chiesa Cattolica in alcuni casi paga già l’Ici su molte strutture con finalità commerciali o immobiliari
Il problema è che nessuna rivalutazione delle rendite catastali è prevista per gli immobili della Chiesa. È una delle sorprese contenute nel decreto salva-Italia varato dal governo Monti. Lo riferisce oggi il Sole 24 Ore, smentendo così le dichiarazioni ufficiali del governo Monti secondo cui “a questo problema non avevano pensato”. Questo “privilegio” si aggiunge alla conferma dell’esenzione dal pagamento dell’Ici oggi (e dell’Imu domani) sui beni utilizzati da enti cattolici, oltre che dal mondo del non profit, a fini anche commerciali. Con un effetto negativo sulle casse dell’erario stimato in 400 milioni di euro l’anno. Un “tesoretto” che potrebbe tornare utile al governo e ai bilanci dello Stato sempre impegnati nella ricerca di nuove risorse da gettare nel secchio bucato del pagamento del debito.

L’altro problema – di non facilissima soluzione – è che a oggi il patrimonio della Chiesa è talmente ampio che non si sa se la tassa sugli immobili venga davvero pagata dal Vaticano e in quale misura. Gli edifici adibiti a culto o ad attività di solidarietà, iinfatti, non pagano l’Ici. E insieme alla Chiesa non pagano la tassa le Onlus e le organizzazioni umanitarie. Ma mentre per le organizzazioni non governative, il patrimonio è facilmente individuabile, nel caso del Vaticano, invece, ci si aggira sull’accidentato terreno delle stime, un paradosso se si pensa che l’esenzione ((che come abbiamo visto non è totale) per la Chiesa esiste da anni.  Secondo l’‘Anci (l’associazione dei comuni italiani) sono circa 700 milioni di euro gli incassi mancati relativi all’Ici per i beni di proprietà della Chiesa, mentre per secondo altre fonti la cifra salirebbe addirittura a tre miliardi di euro. Un patrimonio immobiliare – quello che fa capo al Vaticano e alle congregazioni – che non diminuisce ma aumenta in modo costante: solo nella Capitale ogni anno sono almeno 10mila i testamenti a favore del clero. Mettere mano al catasto immobiliare della Chiesa , dunque, non è affatto semplice, anche perchè non tutto è riconducibile ad un unico ente, dato che parte dei beni sono di proprietà delle Congregazioni che li ricevono direttamente dai cittadini.

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