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Il no della Grecia per salvare l’Europa

Il nuovo diktat della “troika”, cioè del gruppo di potere finanziario e politico che governa oggi l’Europa, impone unaltra strage di diritti a un popolo provato da due anni di cure della Bce e del Fondo monetario internazionale. Ora vogliono cancellare la tredicesima, ridurre ulteriormente il salario minimo, che è già a 700 euro mensili, tagliare ancora le pensioni e la sanità pubblica, oramai inesistente, licenziare 180.000 dipendenti pubblici.
Non ci sono parole per esprimere il disgusto e l’indignazione per coloro che stanno distruggendo la civiltà di un paese. Eppure in Italia  tutto questo viene presentato come un sacrificio necessario per salvare l’Europa e si spera che i greci si suicidino amorevolmente per farci un favore.
Il governo delle banche è oggi sostenuto da una maggioranza parlamentare  bipartisan in cui ci sono persino i nostalgici della dittatura dei colonnelli, e questo non fa schifo all’Unione Europea che, quando si tratta di pagare le banche, va ben oltre i principi della democrazia.
Ora questo governo ha qualche difficoltà a votare in Parlamento questa nuova terribile aggressione al proprio popolo. Ma alla fine la casta politica cederà, se non ci sarà una rivolta sufficiente a fermarla.
Per questo oggi dobbiamo essere uniti al popolo greco che lotta, che fa il suo ennesimo sciopero generale. E, soprattutto, dobbiamo convincerci che se loro ce la fanno a far saltare l’accordo infame proposto dal governo bancario d’Europa, aiutano anche noi, che ci avviamo con il governo Monti sulla loro stessa strada. Aiutano gli spagnoli, i portoghesi, aiutano anche i francesi e i tedeschi. Perché il diktat della Banca Europea, del Fondo monetario, della finanza e del capitalismo internazionale, stanno distruggendo la società e i diritti civili e democratici in tutto il continente. Se vogliamo fermare Merkel, Sarkozy e Monti in tutto il continente, dobbiamo sperare che la Grecia dica no. Se salta il ricatto lì, comincerà a scricchiolare in tutta Europa e finalmente potremmo cominciare a liberarci dal regime finanziario e burocratico che ci sta devastando.

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