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Fiat-Fca alle corde per le emissioni truccate

Una bastonata da paura. Fiat/Fca si è ritrovata ieri sotto accusa da parte dell'Epa – l'ente per la protezione ambientale statunitense – per non aver comunicato l'utilizzo di un software in grado di modificare le emissioni del motore diese montato su due modelli venduti in 104.000 esemplari negli Stati Uniti.

Inevitabile il parallelo con lo scandalo Volkswagen, anche se per ora la contestazione dell'Epa riguarda solo la “mancata comunicazione”, senza alcun giudizio sul funzionamento effettivo del software sulle emissioni finali. In teoria, dunque, que dispositivo potrebbe addirittura aver avuto “effetti benefici”. Ancora non si sa, ma conoscendo le modalità d'azione dei costruttori di automobili è difficile pensare a questa ipotesi “benefica”, visto l'atteggiamento tenuto di fronte a ogni nuova legislazione tesa a ridurre le emissioni nocive, in qualsiasi parte del mondo.

Schermata del 2017-01-13 10:19:04I due modelli sono il Grand Cherokee e il Ram 1500 (un pickup praticamente ignoto in Italia)-, che montano l'identico motore da 3 litri, con 240 cavalli di potenza. Proprio i motori a gasolio, negli Usa, sono sotto la lente molto attenta dell'Epa per l'evidente impatto ambientale. Non a caso le vendite di auto su quel mercato premiano o i motori a benzina o – sempre più frequentemente, specie in stati “virtuosi” come la California – quelli ibridi (elettrico-benzina).

Nei giorni scorsi la Volkswagen aveva concluso un accordo per pagare una multa da 4,3 miliardi di dollari (partendo da una richiesta governativa di 17); e questo potrebbe essere il costo che anche Fca si potrebbe dover trovare a sopportare. Molti analisti fanno però osservare che il numero di veicoli sotto accusa è molto inferiore a quello contestato ai tedeschi (alcuni milioni di vetture), quindi la cifra finale dovrebbe essere molto più bassa.

Il titolo Fca è comunque crollato immediatamente a Wall Street, dove ha perso in pochi minuti anche l'11,8%, mentre a Piazza Affari è sceso del 16%. L'entità del ribasso è in relazione con l'importanza che il mercato americano riveste nelle strategie e nelle vendite del gruppo diretto da Sergio Marchionne, molto più alta di quanto avveniva per Volkswagen. Anche se il numero di vetture tedesche “incriminate” è ben superiore, gli Usa rappresentano soltanto il 10% delle vendite di Volfsburg, mentre per Fca – dopo aver acquisito Chrysler grazie agli incentivi dell'amministrazione Obama – è di fatto il mercato principale. La crisi di immagine innescata da questa incriminazione può dunque avere pesanti conseguenze – potenzialmente letali – sulle vendite e i bilanci del gruppo.

La reazione di Marchionnne è stata particolarmente violenta: "questo atteggiamento moralista verso le case automobilistiche mi rompe veramente l'anima", "il nostro caso non ha nulla in comune con Volkswagen", "i nostri sistemi di controllo delle emissioni rispettano le normative applicabili", "per quanto conosco questa società, posso dire che nessuno è così stupido" da montare un software illegale, "sopravvivremo anche se saremo multati fino a 4,6 miliardi di dollari", “questa caratterizzazione di Fca come azienda che manca di moralità è la cosa più ingiusta da dire, mi sono veramente incavolato", "la nostra moralità non è da discutere, può essere l'Epa o il presidente degli Stati Uniti, non me ne frega assolutamente niente".

Fino a evocare un possibile “gombloddo” dell'amministrazione Obama nei confronti del subentrante Donald Trump, simile alle decisioni prese negli ultimi giorni (invio di truppe nei paesi baltici al confine con la Russia, abolizione dei privilegi per i cubani che sbarcano negli Usa, ecc).

Marchionne ha infatti sottolineato la “strana tempistica di un’amministrazione in scadenza”, arrivando persino a dire che “spero che non sia una conseguenza di una guerra politica fra l'amministrazione uscente e quella entrante".

Da capitalista con molto pelo sullo stomaco, sta già sulla barca del tycoon col ciuffo. E quindi ci ha tenuto a ricordare che con l'arrivo di Trump (notoriamente convinto che il “global warming” non esista) “quello dell'Agenzia per la protezione ambientale è il comportamento di un'agenzia che perderà efficacia" molto presto, grazie a normative molto più permissive nei confronti delle emissioni nocive.

Non ci sono amici (il regalo di Obama è già dimenticato), quando si parla di soldi…

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