Menu

Il governo tira dentro Banca Intesa per approfittare del boom del turismo

Quando si dice che abbiamo un governo in mano alle banche, la realtà si incarica, purtroppo, di darci amare conferme.

La Banca Intesa ha approntato recentemente un fondo di 5 miliardi di euro in tre anni destinato prioritariamente alla predisposizione di un vero e proprio “Patto per il Turismo 4.0” con il Ministero dei Beni Culturali e di una serie di linee di azione comuni per le imprese e le filiere del settore.
Sono questi i cardini dell’accordo di collaborazione siglato a Roma tra il Mibact e il Gruppo bancario Intesa Sanpaolo a sostegno del sistema turistico italiano che ormai è diventata una gallina dalle uova d’oro: vale 185 miliardi di euro con un peso dell’11,8% del Pil e del 12,8% sull’occupazione.

La decisione del governo, stranamente, coincide perfettamente con gli scopi del fondo creato da Banca Intesa proprio per le aziende del turismo. Insomma una legge “ad hoc” per agevolare le attività finanziarie del maggiore dei soggetti del monopolio bancario “di fatto” esistente nel nostro paese.

“Sono molto contento di questo accordo che segna un cambio di passo nei confronti del turismo, settore in cui non dobbiamo uscire da una crisi, ma anzi governare una crescita più che impetuosa. Ringrazio Intesa per questa scelta così forte, per aver capito che si tratta di un settore in crescita e che necessita di forti investimenti” dice il ministro Dario Franceschini.

Il piano messo a punto da Banca Intesa e agevolato dal governo prevede:

a) la “Individuazione di strumenti per estendere al settore del turismo le opportunità offerte dal Piano Impresa 4.0, in particolare per rendere ammissibili ai benefici del superammortamento e dell’iperammortamento anche i progetti di ristrutturazione e riqualificazione degli edifici destinati al turismo e alla cultura;

b) verrà riservata un’attenzione particolare alle formule di aggregazione, come strutture diffuse e filiere orizzontali. Verranno inoltre valorizzati fattori intangibili come qualità del management, formazione, utilizzo di canali internet di vendita o di metriche basate sui giudizi espressi dalla clientela;

3) Organizzazione di eventi ad alta attrattività mediatica, volti a “raccontare l’Italia e il suo territorio”, passando dall’approccio di viaggio generico e tradizionale a quello esperienziale ed emozionale. Attivabili anche iniziative trasversali per cogliere al meglio le opportunità offerte dall’Art bonus;

La Banca Intesa Sanpaolo inoltre potrà usufruire dei contenuti dell’accordo raggiunto con il governo attraverso i numerosi progetti già attivati per il settore turistico e culturale: la presenza di modelli di analisi dei progetti alberghieri, a disposizione di tutte le filiali, atti a valutare le peculiarità specifiche del settore turismo; il programma “sviluppo filiere” che considera, ai fini valutativi di una impresa, il valore rappresentato dall’appartenenza a una filiera di eccellenza, con effetti migliorativi sul merito creditizio e sulle condizioni del credito; la presenza di una specifica offerta dedicata alle imprese turistiche, in termini di servizi e di finanziamenti, che prende in considerazione sia le esigenze di stagionalità che la tipicità delle forme di incasso; la partnership nella creazione del portale “Destination Italia”, B2B e B2C (sorta dall’accordo già raggiunto a febbraio 2016 da Banca Intesa con Lastminute.it) per entrare nel lautissimo mercato all’intermediazione on line oggi momopolizzato dalle Ota (Online Travel Agency come Bookings, Expedia etc) ; la creazione dell’iniziativa e-commerce “Destination Gusto”, che consente alle imprese agroalimentari d’eccellenza di ampliare la propria attività commerciale tramite le vendite on line; la recente creazione di una piattaforma di crowdfunding che consente, a clienti e non clienti, di contribuire alla realizzazione di progetti in ambito sociale e culturale; la gestione del patrimonio culturale della Banca tramite “Gallerie d’Italia”. La sfida del turismo in Italia si gioca sulla capacità di “creare valore nonostante la stagionalità” aveva affermato ad un convegno a Cernobbio Stefano Barrese, responsabile Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo.

Insomma il boom del turismo è diventato un business rilevante che attrae banche e multinazionali. Pochi si pongono però la domanda: ma gli abitanti delle città “a vocazione turistica” quanto ne beneficiano realmente? Una domanda che sembrerebbe peregrina ma che nessuno pone e pochi si pongono – a cominciare dagli amministratori locali – perché la risposta sarebbe diversa – e assai più deludente – di quanto una certa narrazione ha lasciato credere in questi anni. Il livello di appropriazione privata dei proventi del turismo – una risorsa di tutti – è infatti cresciuto in modo stellare nel nostro paese mentre i benefici derivati per la collettività si sono invece rivelati irrisori.

Vedi su questo: L’appropriazione privata dei benefici del turismo a Roma

 

 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *