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L’Italia è una “pacchia” per le multinazionali. Fanno miliardi, pagano spiccioli

Le filiali italiane delle grandi corporation del Web hanno versato al fisco italiano “solo” 64 milioni di euro nel 2018. Appena 5 in più rispetto ai 59 milioni versati nel 2017, e a seguito di accordi con le autorità fiscali italiane, hanno dovuto pagare sanzioni per un totale di 39 milioni (erano stati 73 mln nel 2017).

Lo rivela il rapporto dell’Area Studi Mediobanca sui giganti del Websoft (Software & Web companies). Occorre dire che il giro d’affari delle loro filiali in Italia  ha un peso assai relativo rispetto al totale mondiale del settore: nel 2018 il fatturato dei giganti del web in Italia ha superato i 2,4 miliardi, occupando però solo oltre 9.840 unità ossia lo 0,5% dei dipendenti a livello internazionale. Ma il 2018 è stato un anno molto “generoso” per le imposte delle multinazionali.

A livello mondiale, quasi la metà dell’utile ante imposte delle WebSoft viene tassato in Paesi a fiscalità agevolata, con un conseguente risparmio fiscale di oltre 49 miliardi nel periodo compreso tra il 2014 e il 2018.

Microsoft, Alphabet e Facebook hanno risparmiato rispettivamente 16,5, 11,6 e 6,3 miliardi di imposte nel periodo 2014-2018. La tassazione in paesi a fiscalità agevolata combinata alla riforma fiscale Usa, e ai crediti d’imposta sulle spese in ricerca, ha fatto sì che nel 2018 il tax rate effettivo delle multinazionali WebSoft risultasse pari al 14,1%, ben al di sotto di quello ufficiale del 22,5%.

In particolare, nel periodo 2014-2018 la tassazione in Paesi a fiscalità agevolata ha determinato per Apple un risparmio fiscale cumulato che sfiora i 25 miliardi.

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