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Oxfam: meno del 3% della spesa militare del G7 per eliminare la fame nel mondo

Mentre il G7 ha trovato l’accordo politico per fornire ulteriori 50 miliardi allo sforzo bellico dell’Ucraina, Oxfam ha diffuso, alla vigilia del vertice appena concluso, una nuova analisi. In essa si afferma che basterebbe appena il 2,9% delle spese militari dei sette paesi per combattere la fame nel mondo.

Verrebbero infatti liberati appena 35,7 miliardi sui 1.200 spesi annualmente (meno di ciò che a Bari si è deciso di dare a Kiev). La maggior parte di essi sarebbero sufficienti a contribuire in maniera sostanziale a eliminare la fame nel mondo, in tutte le sue forme.

Nel mondo vi sono oltre 280 milioni di persone che soffrono di malnutrizione acuta, molto spesso perché vivono in paesi vittime di gravi crisi, anche militari. Oxfam ha chiesto al G7 di “non rendersi complice” della situazione nella Striscia di Gaza, “stretta tra una carestia imminente e il rischio di genocidio“.

Dei 35,7 miliardi, 4 aiuterebbero a ridurre considerevolmente i debiti del Sud del mondo, che dalle potenze occidentali e dagli istituti multilaterali che esse comandano (FMI e Banca Mondiale) sono legati a politiche neoliberiste. I paesi del G7 ricevono 291 milioni di dollari al giorno in rimborsi del debito e interessi.

I paesi a basso e medio reddito spendono circa un terzo dei loro bilanci per ripagare i debiti. Si tratta di un ammontare pari a tutto quello che investono in istruzione, sanità e protezione sociale.

Con quei 4 miliardi si potrebbero dunque rendere disponibili ingenti risorse che i paesi più in difficoltà potrebbero usare per le spese sociali. È stato calcolato che almeno 20 Paesi in via di sviluppo versano più interessi sul debito di quanto non spendano in istruzione, e 45 più di quello che spendono in sanità.

Sempre da Oxfam fanno sapere che un segnale positivo è “che i ministri delle Finanze del G7 abbiano concordato meno di un mese fa di lavorare in maniera costruttiva con la presidenza brasiliana del G20 […] verso una tassazione progressiva ed equa“. L’organizzazione sostiene l’ipotesi di una tassa sui super-ricchi, che potrebbero generare oltre 1.000 miliari l’anno.

Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia, ha affermato: “se si tratta di aumentare gli stanziamenti che alimentano le guerre, i Governi del G7 trovano sempre le risorse necessarie, ma quando si tratta di reperire risorse per contribuire ad azzerare la fame nel mondo improvvisamente sono al verde“.

Da una distribuzione più equa della ricchezza si potrebbero trovare i fondi necessari, anche se il G7 non si è mosso in questa direzione. Gli interessi degli speculatori e delle imprese delle armi pesano ancora troppo negli indirizzi politici, almeno finché non ci sarà una reale opposizione in grado di combatterli.

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