Menu

I movimenti per l’acqua in piazza oggi a Roma

 

E’ passato un anno, quasi, da quanto gli italiani sfidarono disinformazione e boicottaggio e si recarono alle urne per dire no alla privatizzazione dell’acqua e di tutti i servizi pubblici locali, le multi utilities. Ma la battaglia non è finita, anzi. E per questo i movimenti, i comitati per l’acqua pubblica tornano in piazza oggi, insieme a sindacati, collettivi, associazioni, forze politiche e sociali per dire che quei referendum devono essere rispettati. Ha scelto la giornata della festa della Repubblica, il movimento per l’acqua, perché «res pubblica significa ciò che a tutte e tutti appartiene, perché la repubblica siamo noi» hanno spiegato nell’appello di convocazione del corteo che partirà oggi pomeriggio da piazza della Repubblica, alle 15. Nel mirino dei manifestanti i provvedimenti dei governi Berlusconi e Monti che negano la volontà popolare espressa tramite la consultazione del 12 e 13 giugno. E anche quelli mancati, come l’abolizione della remunerazione garantita per legge ai privati che gestiscono l’erogazione delle risorse idrica che il governo Monti vuole gattopardescamente trasformare in un “contributo ai costi delle immobilizzazioni”.

In piazza ci saranno anche quelle realtà che in questi mesi hanno ingaggiato una dura battaglia contro la giunta di Gianni Alemanno, che in barba ai referendum e alle numerose e capillari mobilitazioni della città sta cercando di svendere il 21% delle quote dell’Acea – la società che gestisce acqua ed elettricità – regalando così un settore chiave, un ‘bene comune’, agli squali del cemento e alle multinazionali straniere.

La manifestazione di oggi – mantenuta al contrario di quanto hanno fatto Cgil, Cisl e Uil che hanno rimandato al 16 giugno il loro previsto corteo sulle questioni fiscali – acquista anche un valore simbolico di riappropriazione di una festa della Repubblica trasformata dalle istituzioni in una celebrazione delle forze armate e delle missioni di guerra all’estero delle quali l’esercito italiano è ormai un protagonista fisso.

 

Diciamo no alla truffa post-referendum

di Marco Bersani

Sabato 2 giugno il popolo dell’acqua e dei beni comuni tornerà in piazza. Lo farà con profonda vicinanza e solidarietà con le popolazioni del nord Italia colpite, ormai da settimane, dal terremoto. Una vicenda che alla fragilità intrinseca della relazione fra uomo e natura, vede ancora una volta accavallarsi l’incuria verso un bene comune come il territorio e la colpevole disattenzione verso il diritto ad un lavoro in condizioni di sicurezza e di dignità.

Sono temi che attraverseranno il corteo promosso dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua ad un anno dalla straordinaria vittoria referendaria per denunciare non solo la mancata attuazione del voto referendario, bensì la vera e propria truffa che l’Authority sta preparando sulla nuova normativa tariffaria, con la reintroduzione sotto falso nome dei profitti per i gestori del servizio idrico, abrogati da una valanga di sì nel voto del giugno scorso.

Ma il 2 giugno sarà molto di più di una manifestazione per l’acqua, perché in campo scenderanno tutte le battaglie per i beni comuni, ad indicare un continuum di lotte, mobilitazioni, vertenze che, contro la crisi e le politiche liberiste dell’Unione Europea e dei governi, mettono assieme la difesa e la riappropriazione sociale di ciò che a tutti appartiene, la ricostruzione dei legami sociali e l’urgenza di una democrazia reale fondata sulla partecipazione diretta alle scelte che tutte e tutti riguardano.

 

Saranno in piazza le vertenze sui rifiuti che, contro i giochi di potere che vogliono mettere l’una contro l’altra le comunità territoriali sulla localizzazione di nuovi impianti di discariche e inceneritori, diranno chiaro che è altra la politica da mettere in campo, fuori dalla valorizzazione finanziaria del ciclo dei rifiuti e dentro la loro riappropriazione in termini di ricomposizione partecipativa dello stesso.

Assieme a loro ci saranno le vertenze contro la privatizzazione dei trasporti e fuori dalle grandi opere e per il diritto a una mobilità sostenibile, contro i grandi impianti energetici e per un diverso modello, territoriale e democratico di autoproduzione dell’energia; contro la privatizzazione dei saperi, della conoscenza e della cultura. E sarà in campo “Roma non si vende”, la grande coalizione sociale contro l’espropriazione dei servizi pubblici locali e l’ulteriore privatizzazione di Acea, da mesi in mobilitazione contro il sindaco Alemanno che, come un dittatore in fuga che brucia i pozzi di petrolio, ha deciso, prima di andarsene, di regalare l’argenteria della città ai poteri forti finanziari e immobiliari.

Attraverseranno le strade di Roma le donne e gli uomini che in ogni luogo di questo Paese possono a buon diritto dire ad alta voce «La Repubblica siamo noi» e non l’inutile sfoggio di armi e mezzi di guerra che alla mattina sfileranno per ricordarci che l’unica funzione pubblica cara alle politiche liberiste è quella della competizione militare fra gli Statti e del controllo sociale sui popoli.

Una parata indegna che, ancor più quest’anno, andrebbe annullata per destinarne i fondi alle popolazioni colpite dal terremoto. Porteremo in piazza l’allegria e la determinazione, il desiderio e il dolore, dentro il fertile intreccio di esperienze che vogliono cambiare ora e subito l’esistente per dare a tutte e tutti la possibilità di un altro futuro. Porteremo in piazza l’acqua, i beni comuni e la democrazia. Tutti elementi incompatibili con la Borsa, tutti elementi necessari alla vita.

* Attac Italia- Forum italiano dei movimenti per l’acqua

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *