Così come era già avvenuto venerdì scorso – in contemporanea con l’applicazione dell’aumento del 50% del prezzo dei biglietto di autobus e metropolitane – anche questa mattina un folto gruppo di attivisti è voluto passare dalle parole ai fatti. Altra linea, altro blitz. Se venerdì scorso erano state le obliteratrici della stazione di Subaugusta della linea A della metropolitana ad essere siliconate al grido di ‘Atac non ti pago’, oggi è toccato a quelle della stazione di Rebibbia, il capolinea ad est della linea B. Questa volta le macchinette sono state riempite di poliuretano, e dalle sette in poi per un certo tempo sono diventate inservibili, permettendo ad alcune migliaia di precari, studenti e immigrati di passare gratis, recuperando un po’ di quel salario indiretto sempre più eroso da tagli e privatizzazioni. Insieme alle obliteratrici bloccate i consueti adesivi attaccati ovunque: ‘Atac gratis’, ‘Boicotta il carovita’ o ‘Un biglietto al giorno toglie il salario di torno’. Un blitz firmato di nuovo dalla sigla ‘Acab’ (attivi contro l’aumento del biglietto) che in volantino ha voluto spiegare ai romani la nuova iniziativa:
“La metro Rebibbia è tra i principali snodi della rete dei trasporti romani crocevia di autobus, pullman di linee regionali e capolinea della metro B, luogo in cui convergono romani e pendolari dall’intero Lazio. Chiedete a loro cosa ne pensano dell’aumento! Chiedete loro se l’aumento è giustificato da un’evidente miglioria del servizio pubblico!”. “Oggi ribadiamo l’indisponibilità della cittadinanza a ripianare i bilanci in rosso della giunta Alemanno e il rifiuto per l’aumento dei costi di servizi che dovrebbero essere un diritto garantito ad ogni cittadino. Occorre riaffermare anche attraverso la mobilitazione e l’azione diretta di sabotaggio delle macchinette obliteratrici, un principio fondamentale: il trasporto pubblico è un servizio sociale e non una merce qualsiasi, motivo per cui Atac, Cotral e le altre aziende di trasporto pubblico non possono essere considerate alla stregua di imprese volte alla mera produzione di profitto o al pareggio di bilancio, pena il taglio al personale, l’aumento dei prezzi dei servizi e lo smantellamento dell’impianto pubblico di garanzia del servizio”.
Intanto, sempre sul fronte dei trasporti, slitta per l’ennesima volta l’inaugurazione della cosiddetta B1. Quella che doveva iniziare a funzionare ben due anni fa e che questa volta – giurin giurello – Alemanno e i suoi assessori si erano impegnati ad aprire al pubblico domani, due giugno, festa della Repubblica. Anche per dare un contentino ai tanti viaggiatori arrabbiati per un aumento esorbitante del costo del trasporto pubblico al quale non è corrisposto nessun miglioramento del servizio. Ma, a causa della parata militare che sfilerà su via dei Fori Imperiali, la promessa inaugurazione non ci sarà. E si perché – spiega Checchino Antonini su Globalist – “L’assessore alla mobilità del Campidoglio, Antonello Aurigemma (un carabiniere prestato alla politica fin dai tempi delle giovanili democristiane) “marcerà” con le truppe assieme al “podestà” capitolino Alemanno, anziché tagliare un nastro che doveva essere tagliato due anni fa, poi a dicembre 2011 rimbalzato a gennaio di quest’anno, indi a febbraio anzi a marzo, per slittare ad aprile nello sprezzo del ridicolo che caratterizza chi governa Roma”.
La versione ufficiale sull’ennesimo rinvio è un’altra, naturalmente. Anzi, sono tante e diverse: c’è chi dice che ancora non sono stati risolti alcuni problemi tecnici (in effetti nelle scorse settimane il collaudo della nuova linea aveva mandato più volte in tilt tutta la rete per ore); mancano ancora gli ultimi si da parte della burocrazia nazionale; ed altre ancora.
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