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Aboliti i voucher. Dall’anno prossimo, forse…

Tutto, purché non si voti… Semmai diamogliela vinta, ma alle urne proprio no.

Il governo ha deciso di abolire i voucher con un decreto. Troppo complicato il meccanismo li avrebbe lasciati solo per le famiglie e le imprese senza dipendenti (partite Iva, insomma). Nel primo caso, come spiegato dal presidente Inps, Tito Boeri, sarebbero rimasti il 3% del totale (contabilmente, più un problema che una risorsa). Nel secondo, avrebbero continuato ad usarli 2,5 milioni di “imprese”, quasi come adesso. Troppo facile, dunque, redigere un ricorso per inchiodare una simile manovra (la nuova legge non sarebbe stata troppo diversa da quella che il quesito referendario chiede di abolire) e perciò arrivare al voto il 28 maggio.

Più semplice, certamente, accettare la sconfitta senza passare per un’ennesima prova di ostilità popolare contro l’establishent… E quindi via libera, a Palazzo Chigi, all’emendamento che abroga gli articoli 48, 49 e 50 del Jobs Act dedicati al lavoro accessorio su "definizione e campo di applicazione"; "disciplina del lavoro accessorio" e "coordinamento informativo a fini previdenziali".

Salvati” i voucher già venduti per l’anno in corso, che avranno validità fino al 31 dicembre.

Resta un problema serio, che tutti fanno finta di non vedere. Questo è un decreto governativo, certamente operante fin da subito. Ma da solo non basta ad abolire quegli articoli del Jobs Act sui voucher. Dovrà essere trasformato in legge dall’approvazione del Parlamento, in tempi anche abbastanza stretti: 60 giorni.

Se per qualche motivo tale conversione non avvenisse, ci troveremmo in una situazione paralizzata: in quel caso infatti il decreto decadrebbe e bisognerebbe andare al referendum, ma a quel punto (17 maggio) non ci sarebbero i tempi costituzionali per convocare la campagna referendaria (45 giorni). In pratica, salterebbe il voto e resterebbe la legge attuale.

Facile prevedere che verrà posta la questione di fiducia per impedire un simile corto circuito…

La soluzione accontenta ovviamente la Cgil, che aveva raccolto le firme, mentre scontenta Confindustria e – quando si dice il servilismo – anche la Cisl. La cui segretaria generale, ha consegnato alla storia questa dichiarazione: "Il sistema dei voucher va cambiato, non abolito, si è abusato dei buoni lavoro, devono essere tolti dall'industria, dall'edilizia e dall'agricoltura, ma sono un modo per fare emergere il lavoro nero nei servizi alla famiglia. Credo che si debba tornare alla Legge Biagi". Ovviamente anche la Cisl paga parte deisuoi dipendenti in voucher…

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1 Commento


  • luigi b.

    Per quanto riguarda l'utilizzo dei voucher, non per difendere i cislini servi in qualsiasi momento politico, ma anche la Cgil non è (stata) da meno.

    Saluti Comunisti Luigi.

    N.B.: sono iscritto alla Cgil dal 1980. 

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