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Fake news per fake people

Fake people… La deresponsabilizzazione totale di ogni singolo individuo – tranne che nei rapporti lavorativi, dove ci si fa comandare senza alzare più nemmeno un sopracciglio (tranne notevoli e generose eccezioni( – ha nei social network l'ambiente perfetto dove assumere i connotati della "normalità", pur essendo a tutti gli effetti pura demenza.

Potremmo sproloquiare a lungo – in fondo inutilmente – sulla sterminata massa di servi decerebrati che è indispensabile a gruppi oligarchici sempre più ristretti (è la "competitività", bellezza!) per mantenere il controllo su una pentola altrimenti sempre pronta all'esplosione. Ma per comprendere i fenomeni complessi serve una cultura altrettanto complessa, capacità critiche nell'interlocutore, olre che nell'analista. Le fake news (quelle dei media mainstream più ancora delle bufale inventate di sana pianta su Internet) producono fake people. Ossia gente che condivide merda senza far caso a nulla, nemmeno al teschio fascistoide messo in bella vista.

Dunque forse è più utile un'invettiva moderata nei toni e fulminante nel merito, che risulti anche comprensibile al demente che è in noi e preme per saltar fuori.

 

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Il reprobo

Repubblica intervista uno di quelli che ha "commentato" il fake sulla sorella di Laura Boldrini. È interessante: dice che è colpa di Facebook che non gli filtra i post; dice che è colpa di chi ha scritto il post che ha commentato e condiviso. Perché gli hanno fatto fare la "figura del cretino".

Caro signore, lei è uno pericoloso.

In altre epoche, avrebbe scelto di salvare Barabba, perché era quello che facevano tutti. Oppure, con la stessa scusa, lei avrebbe gridato "guerra-guerra, sotto il famigerato balcone di Piazza Venezia. Lei sembrerebbe uno di quelli che, come tutti, non sapevano della deportazione degli ebrei. E più recentemente, come tutti, crede che gli extracomunitari vengano a rubare lavoro e welfare.

Lei ha chiesto scusa al presidente Boldrini. Non basta, sa.

Lei consuma volentieri i fake come fossero merendine alla macchinetta. 
Lei deve cambiare stile di vita. Meno stronzate grasse di menzogne, più allenamento del cervello.

Adotti uno stile sano nell'uso dei social: la smetta di fare il tifo per gli altri, posti quello che pensa.

Racconti la sua rabbia, si esponga, sostenga le sue opinioni, ne abbia il coraggio. I social non sono i cessi sulle cui mattonelle scrivere di nascosto, come quando aveva i calzoni corti.

Lei ha i capelli bianchi. Li onori con la dignità di un cittadino della Repubblica. Essere su Facebook non sospende i suoi doveri di adulto, cui è demandato il compito del buon esempio.

 

da Facebook

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1 Commento


  • marco

    purtroppo non avendo social e non essendo un lettore di repubblica, nè online, nè cartacea non conosco l'antefatto.

    si potrebbe aggiungere in qualche modo?

    grazie.

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