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Alternanza scuola-lavoro, manodopera gratuita (per l’estate e non)

L’Italietta che gioca al ribasso con il presente e il futuro delle nuove generazioni va dritta per la sua strada, indifferente al disastri sociali e antropologici che provoca. Anzi, si mostra addirittura orgogliosa di questi “risultati” quando enfatizza oltre ogni misura una “crescita trimestrale dello 0,4%” dopo che in pochi anni la capacità manifatturiera di questo paese ha smarrito il 25%.

La “buona scuola renziana” è stata confermata senza alcuna esitazione dal governo-fotocopia di Gentiloni, che può esibire cpme prova del suo amore per l’istruzione un ministro con la licenza media (a proposito delle sbandierate “competenze”…). In particolare, insiste sulla cosiddetta “alternanza scuola-lavoro”, che altro non è – a parte casi particolarissimi che rappresentano nell’insieme forse un decimo del totale – null’altro che messa a disposizione di manodopera gratuita per le imprese.

Per glorificare questa “innovazione” i media mainstream riportano infatti i pochi casi “virtuosi” (per esempio gli studenti di un liceo musicale che vanno a [imparare a] suonare in un’orchestra), mentre la realtà generale è quella dello sfruttamento becero.

Non era difficile prevederlo, visto che già agli albori di questa “innovazione” dovevano intervenire le forze dell’ordine per sanzionare i casi più eclatanti. Come, per esempio, quello raccontato qui circa tre anni fa.

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Qualche giorno fa, un indagine della Guardia di Finanza di Bassano del Grappa (VI) ha portato alla luce un traffico di lavoro nero che si estendeva in tutt Italia, e che coinvolgeva 2700 studenti delle superiori, molti addirittura minorenni.

Non si tratta di migranti, o di bambini del terzo mondo messi a lavorare per meno di quattro soldi, ma dei nostri figli e delle future generazioni (certo, quelle di serie B, non certo figli dell’alta borghesia).

Il tutto rientrava nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro, quel frutto del male inventato con la buona scuola totalmente a servizio delle imprese e alla svendita del mondo della formazione. Nella pratica, come si legge in un articolo di Leonard Barberi sul Corriere della Sera, gli istituti scolastici firmavano prima l’accordo con le aziende, dopodiché un intermediario si occupava di “piazzare” i ragazzi nei vari locali, ristoranti e alberghi soprattutto che necessitavano di manodopera a basso costo per supplire al boom estivo di lavoro.

Manodopera a basso costo, perché il mediatore riceveva 60 euro alla settimana per studente piazzato a svolgere compiti che non rientravano minimamente nell’ambito del programma “formativo”. Manodopera gratuita, perché agli studenti non venivano versati contributi. né rimborsati di alcunchè. Si tratta di di 2700 ragazzi, che dalle scuole coinvolte nel giro soprattutto al sud Italia (Lazio Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) si sono trasferiti in diverse località del Trentino, Friuli, Veneto, Lombardia, Toscana, Umbria, Abruzzo, Puglia, Sicilia e Sardegna, per lavorare gratuitamente in virtù del loro “percorso formativo”.

Come dire… un sistema di continuità criminoso che percorre tutta la penisola, nessuno escluso. Per ora i denunciati per evasione fiscale (circa 200 mila euro di Iva evasa) e per somministrazione fraudolenta di manodopera sono sei, ma è forse bene ricordare chi sia il vero responsabile di questo giro criminoso che rende i lavoratori schiavi, siano essi italiani o migranti, giovani o vecchi. Un mondo della scuola che prepara dei ragazzi a diventare schiavi, un mondo del lavoro che gioca al ribasso sui salari dei lavoratori per non parlare delle loro pensioni, un sistema di welfare praticamente inesistente.

La deresponsabilizzazione del governo di questo Paese, ormai supino alle direttive dell’Unione Europea, sta creando dei mostri che prima o poi, in qualche modo, esploderanno.

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1 Commento


  • Giovanni Mancino

    Scuola e lavoro, i due pilastri della società, con l’alternanza scuola lavoro vengono completamente sconvolti nei loro significati originari. Da un punto di vista della dignità del lavoratore, si torna indietro, molto indietro, visto che l’alternanza mette in atto mere forme di sfruttamento, in certi casi al limite della schiavitù. Da un punto di vista prettamente educativo, con l’alternanza che ingurgita i ragazzi nei meccanismi della produzione capitalistica, cadono tutte le motivazioni all’acquisizione di beni immateriali, valori spirituali, il fermarsi a riflettere, coltivare le parole, stare insieme fra diversi. Proprio in quest’ultimo aspetto che è un punto cruciale , l’alternanza segna una forte rottura visto che i ritmi della produzione ci vogliono omologati a protocolli aziendali e robacce del genere. Per me, che insegno Italiano e Storia, difficile, ma si resiste. Si dovrebbe avere il coraggio, senza alcun pregiudizio ideologico, di ammettere il totale fallimento della legge 107, ritirare la stessa, rassegnare le dimissioni e poi tornare a lavorare seriamente sulla scuola. Invece vogliono che si dica che tutto va bene e propongono il liceo quadriennale e altre cazzatelle del genere. E il popolo? Momento difficile, tempi poveri…..

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