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Piazza Indipendenza. La giunta Raggi se la cava così…ma Msf racconta un’altra versione

In effetti, c’è da restare senza parole… Specie dopo aver sentito come “un funzionario della questura” ha esortato i suoi uomini a spaccare braccia al grido di “devono sparire!”.

Il tutto è decisamente neonazismo, ma questa volta al sapore di demo-legalismo. I lager li abbiamo già aperti, ora siamo passati ai rastrellamenti nei ghetti…

Sono continuate per tutta la mattina le cariche alla stazione Termini. I rifugiati, accampati in strada dopo lo sgombero dell’edificio che occupavano dal 2013, hanno giudicato inaccettabili le proposte di sistemazione provvisoria giunte ieri dalle istituzioni.
Attorno alla stazione Termini è andata in scena una drammatica caccia all’uomo, con feriti (la maggioranza dei 13 soccorsi da Medici senza frontiere sono donne) e persone finite in ospedale. Un funzionario di polizia ha chiesto agli agenti di non dar tregua alle persone che si erano accampate in piazza dei Cinquecento. “Devono sparire, peggio per loro. Se qualcuno tira qualcosa spezzategli un braccio” ha detto.

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COMUNICATO STAMPA

Campidoglio, garantita prima assistenza a tutte le persone sgomberate in immobile via Curtatone

Roma, 24 agosto 2017 – In seguito allo sgombero delle persone ancora presenti nell’immobile di via Curtatone e nelle vie limitrofe, l’amministrazione capitolina si è attivata immediatamente per erogare assistenza e supporto a tutte le persone coinvolte. In particolare gli operatori della Sala Operativa Sociale (SOS) sono intervenuti garantendo priorità a tutte le fragilità: famiglie con minori, anziani non autosufficienti e disabili. Durante le procedure effettuate presso l’Ufficio Immigrazione della Questura, in via Patini, sono stati forniti viveri e bevande a tutti i presenti.

Nel complesso, all’interno dell’immobile privato, erano state censite 107 fragilità: 20 erano state prese in carico presso il circuito di assistenza capitolino nei giorni scorsi. Altri 28, di cui 9 minorenni, sono stati collocati oggi. Gli altri non hanno accettato le sistemazioni proposte ma continuano a ricevere tutta l’assistenza necessaria.

Nei mesi scorsi, nonostante ripetuti tentativi, per gli operatori della SOS non era stato possibile effettuare il censimento a causa dell’opposizione degli occupanti. Roma Capitale continuerà a mettere in campo tutti gli strumenti e le opzioni, come previsto dal decreto legge n. 14/2017 a propria disposizione per assistere le persone sgomberate dall’immobile di via Curtatone.

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Di avviso completamente diverso è invece l’equipe di MSF (Medici Senza Frontiere)

COMUNICATO STAMPA MEDICI SENZA FRONTIERE –

Sgombero Piazza Indipendenza: almeno 13 feriti tra i rifugiati

Roma, 24 agosto 2017 – Il violento sgombero attuato dalla polizia questa mattina, nel centro della città di Roma, ha provocato molti feriti tra un gruppo di 100 rifugiati, tra cui molte donne, anziani e disabili.

L’équipe di MSF sul posto ha trattato in poche ore 13 persone, la maggior parte donne.

“Abbiamo chiamato le ambulanze per cinque persone ferite. Altri avevano fratture e lacerazioni causate dai metodi coercitivi utilizzati dalle forze dell’ordine,” racconta Francesco Di Donna, Coordinatore Medico di MSF, presente in Piazza Indipendenza.

Gli operatori di MSF sono intervenuti direttamente dopo che una donna è stata colpita dal getto d’acqua di un idrante, è caduta e svenuta. “Non vi erano ambulanze sul posto al momento dei disordini”, prosegue Di Donna.

Le persone erano accampate in condizioni igieniche precarie e con accesso limitato ai servizi igienici da cinque giorni.

“E’ una vergogna che la mancanza di soluzioni abitative alternative abbia portato a una situazione di violenza. Urge garantire alle persone sgomberate un’alternativa dignitosa, a partire dai casi più vulnerabili”, dichiara Tommaso Fabbri, capo missione dei progetti di MSF in Italia.

La maggioranza delle persone assistite dall’équipe di MSF – presente da lunedì a Piazza Indipendenza per fornire supporto medico e psicologico alle persone che ne avevano bisogno – possiedono lo status di rifugiato. L’equipe di MSF era composta da un medico, due mediatori culturali e uno psicologo

La foto è di Patrizia Cortellessa

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