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Minniti ha perso, ma attenti ai colpi di coda

Alla fine, la ragione potente dell’antifascismo ha piegato il peggior rappresentante di una governo inguardabile. I pullman stanno partendo per Macerata. Pieni di gente seria, che non si è fatta intimidire da un ministro tollerante con i fascisti e minaccioso con I difensori della Costituzione.

L’imbarazzo montante anche nell’establishment – paradossalmente più tra gli ex democristiani come Delrio o Mattarella che non tra gli ex “eurocomunisti” – ha lasciato pressoché solo il ministro dell’interno. Anche Renzi ha preferito sgusciare via, dopo aver ancora una volta allungato la lista delle sue infamie, col tentativo di individuare una impossibile distinzione tra “spari razzisti” e “terrorismo” in salsa ku klux klan.

Ma soprattutto è montata la rivolta dalla base di quelle organizzazioni dirette da un personale complice col potere – Cgil, Arci, Libera, e persino l’Anpi, sempre più attento alle “ragioni politiche” che non ai valori costituenti – che si è tradotta in diffuso impegno a manifestare nonostante tutto.

Merito di tanti compagni, da Potere al popolo ai centri sociali, ai collettivi studenteschi e territoriali, che hanno tenuto duro e respinto al mittente le minacce questurine del ministro. Resterà nella storia universale dell’infamia quel motto aggiunto al “ringraziamento” a chi aveva revocato la mobilitazione: Se le forze politiche si rifiuteranno di rinviare le manifestazioni, ci penserà il Viminale a vietarle”.

Merito di tutti quelli che si sono detti pronti a rischiare un’altra “macelleria messicana” pur di affermare le ragioni dell’antifascismo e del rifiuto del razzismo, addirittura scoperto in tanti pseudo-ragionamenti “politici” (della destra parafascista come del Pd) che hanno puntato a rovesciare le colpe certe di un fascista stragista su una “bomba sociale” inventata a tavolino.

Tutto bene, dunque? No. I tg di regime, stamattina, continuano a presentare la manifestazione a Macerata come “un rischio”. La questura locale e il sindaco piddino hanno confermato la chiusura di scule ed esercizi commerciali, il blocco della circolazione dei trasporti pubblici, una “zona rossa” nel centro storico.

E’ dunque trasparente il “rancore” di larga parte del governo (come sempre baricentro che orienta la “narrazione” mediatica), con forze che ancora probabilmente meditano un colpo di coda finale, per recuperare quei punti che hanno manifestamente perso (anche nei sondaggi “segreti”, che danno ormai il Pd intorno al 16%). E’ difficile, pare, rinunciare ai sogni di premierato in un futuro “governo del presidente”…

Bisognerà tenere gli occhi aperti e i nervi saldi. Perché un governante rancoroso, svergognato persino da alcuni suoi “colleghi”, rappresenta sempre un pericolo.

Ma una cosa è certa: siamo cento volte più forti si lui. Perché abbiamo ragione.

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2 Commenti


  • giovanni

    Ma quale colpo di coda finale potrebbe portare voti a questi disgraziati? Fanno bastonare a sangue chi manifesta oggi? E che voti pensano di ottenere facendolo? Chi è di destra ha solo l’imbarazzo della scelta, e non voterà PD. Chi si sente di sinistra (anche se non vuole capire che il PD è di estrema destra) e vorrebbe votare PD, ne sarà ancora più schifato.


  • marat

    Difficile immaginare come colpi di coda quelli elettorali: se ci saranno – e nessuno può escluderlo – potrebbero esser ben altri

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