I segnali vanno colti subito altrimenti, quando la putrefazione diventa troppo avanzata, restano soltanto i metodi invasivi…
Due notiziole relegate nelle cronache locali, ma che ci sembrano decisamente indicative.
A Sulmona, nel pacifico Abruzzo, due “giovani del luogo” – le agenzie locali fanno fatica a trovare parole chiare, a volte – si sono presentati alle 22 di sera nell’edificio della Casa Santa dell’Annunziata, in corso Ovidio, dove ci sono alloggi che ospitano gli immigrati.
Brandivano una pistola, minacciavano tutti a voce alta, i migranti si sono spaventati ma hanno anche provato a reagire. Uno di loro, un nigeriano, è rimasto ferito da una coltellata. I residenti nella zona raccontano di aver avvertito a lungo urla e caos. Sull’episodio indaga la squadra anticrimine del commissariato di Polizia.
Per dire con quale lucidità giornalistica abbiano lavorato gli ignoti cronisti, il titolo del pezzo parla di “rissa”.
Cioè: tu entri armato in casa mia di notte e quando cerco di mandarti via si verifica “una rissa”? In qualsiasi redazione minimamente democratica si sarbbe parlato di “aggressione razzista”, o più precisamente “fascista”…
Secondo episodio.
Altra provincia, altro obbiettivo. A San Maurizio Canavese, provincia di Torino, qualcuno si è messo a fare un po’ di danni, bruciando una macchina (probabilmente a caso) e tirando vernice rossa sulla serranda di un barbiere. Per sovrappiù, hanno lasciato un bel foglio formato A4, normalissimo a parte la scritta: “Questo è un negozio ebreo”.
Il proprietario del locale smentisce di avere questa convinzione religiosa. Ma per cogliere lo spirito del tempo ai tempi di Salvini, come si dice, basta l’intenzione…
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa