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La memoria cortissima di Martina

C’è una “sinistra” che si indigna, ma solo quando sta all’opposizione. È la “sinistra” che non fa mai autocritica e che non ammette mai i propri errori, nemmeno quelli tragici.

Ieri #Martina (PD) ha dichiarato: ” Non si fa una trattativa con i paesi della UE tenendo in ostaggio 450 migranti com’è avvenuto tra sabato e domenica a #Pozzallo.”*. Vero, quella trattativa fatta lasciando al largo 450 esseri umani – tra i quali tanti bambini – disidradati, denutriti, in mezzo ad un caldo torrido ed in emergenza sanitaria, è stato un atto criminale, schifoso, abominevole.

Ma perché non dirla tutta?

Perché non dire che quella povera gente era reduce dai terribili campi di concentramento libici frutto del patto stretto con Tripoli dal governo Gentiloni e dall’ex ministro dell’interno Minniti per conto dell’Unione Europea (leggi: accordo stretto dal governo italiano con quello di Fayez Al Sarraj)?

Lo sa Maurizio Martina cosa sono i “Mezra”? Lo sa che sono orribili prigioni fuori da ogni regola in cui i boss del traffico di esseri umani tengono rinchiusi donne, bambini e uomini che vengono continuamente seviziati con la corrente elettrica, picchiati con tubi di gomma, lasciati senza cibo per giorni e nei quali le ragazze vengono sistematicamente e brutalmente stuprate?

Martina forse non ricorda che che anche l’Alto Commissario per i Diritti Umani dell’ONU definì l’accordo italo-libico del febbraio 2017 “disumano” e la sofferenza dei migranti detenuti nei campi in Libia “un oltraggio alla coscienza dell’umanità”.

Martina non ricorda nemmeno che gli osservatori dell’ONU inviati in Libia parlarono di “migliaia di uomini denutriti e traumatizzati, donne e bambini ammassati gli uni sugli altri, rinchiusi dentro capannoni senza la possibilità di accedere ai servizi basilari”.

Intanto in Libia, oggi, ieri sono morti soffocati nel container di un camion otto migranti, tra cui sei bambini.

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1 Commento


  • Laura

    Perfettamente ragione se siamo arrivati a questo punto la cosiddetta sinistra ne ha una grande responsabilità

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