Il Decreto Salvini su “sicurezza e immigrazione”, approvato all’unanimità dal Consiglio dei Ministri, prevede la ”revoca della cittadinanza agli immigrati condannati definitivamente per reati di terrorismo”, la “revoca dello status di rifugiato per alcuni reati dopo la sentenza di primo grado” e la “riforma della politica migratoria con una stretta sulla concessione dei permessi di soggiorno.” Si tratta, indubbiamente, di una legge con una chiara impronta razziale che viola la Costituzione in più di un punto. E che questa norma contenga misure che presentano diversi profili di incostituzionalità se n’è già accorto più di qualcuno. Il più importante, secondo Giovanni Maria Flick, Presidente emerito della Corte Costituzionale, è quello che riguarda l’introduzione della revoca della cittadinanza agli immigrati anche quando si sia in presenza di una condanna definitiva.
Secondo il Presidente Emerito il “decreto sulla sicurezza e sui migranti”, approvato ieri al Consiglio dei ministri su iniziativa del ministro dell’Interno Matteo Salvini, ha unificato il tema della “sicurezza” con quello dell’“immigrazione”, e “l’averli messi insieme rischia di risolversi in una specie etichetta preliminare nei confronti del migrante come di persona potenzialmente incline al crimine ed ad attentare alla sicurezza, il che vuol dire trattarlo come un diverso in modo non conforme a quanto prevede la Costituzione. Non si possono dare etichette preliminari ad una categoria di persone per il fatto che si tratta di migranti assimilandoli a tematiche completamente diverse quali sono quelle della ‘sicurezza’che riguardano la criminalità anche da parte di italiani in tema di disciplina degli stadi, in tema di “Daspo” nella corruzione e per tutte quelle tematiche che non hanno nulla a che vedere con il tema dei migranti. A mio avviso si rischia solo, da un lato, di fare confusione e, dall’altro, soprattutto, di dare al migrante una stigmata, un’impronta di deviato, di socialmente pericoloso, che lo condanna all’emarginazione. Questo in termini generali. L’idea di una revoca della cittadinanza ai soli migranti sia pure in presenza di una condanna e non come discorso generale è una misura la cui costituzionalità è molto dubbia, La cittadinanza non può essere usata come una sanzione accessoria o come un premio (sei stato bravo, ti do la cittadinanza, sei stato cattivo ti revoco la cittadinanza) perché la cittadinanza è un inserimento nella comunità che permane tanto è vero secondo la Costituzione nessuno può essere privato per motivi politici della cittadinanza, del nome e della capacità giuridica. Ciò ricordando certe tristi esperienze di cui quest’anno ricordiamo gli ottant’anni.” [1]
Ma chi aveva già inserito, nero su bianco, il pericoloso binomio “migranti-sicurezza” in una legge dello Stato? Fu il governo Gentiloni con il Decreto Legge che porta la firma dell’ex ministro degli interni, Marco Minniti(PD), e quella del precedente ministro della giustizia, Andrea Orlando (PD). Si tratta del tristemente noto Decreto Legge “Minniti-Orlando” recante “ Disposizioni di protezione internazionale, nonché per il contrasto dell’immigrazione illegale” [2]
E’ stata quella norma, infatti, che, violando la Costituzione, ha introdotto una giustizia sommaria e senz’appello per i richiedenti asilo. “Una legge che ha solo cambiato nome ai CIE della Legge Bossi-Fini in CPR, ovvero, Centri Permanenti per il Rimpatrio che di rimpatri, però, ne hanno fatti solo poche decine. In realtà, orridi lager in cui vengono trattenute, per un tempo illimitato, decine di migliaia di persone in condizioni disumane e che servono soltanto a dare una simbolica soddisfazione a quella lucida follia che mette insieme ‘sicurezza interna’e ‘immigrazione’. Luoghi oscuri in cui vengono recluse persone che non hanno mai commesso un reato ma ritenute illegali solo perché esistono, perché suppostamente ‘clandestine’. Una legge razziale.” [3]
Quella norma ha spianato la strada all’attuale deriva apertamente razzista di Salvini e del governo gialloverde mediante l’introduzione di un regime giuridico e processuale di tipo differenziale per i soli richiedenti asilo negando a questi ultimi il diritto di ricorrere al Secondo Grado di giudizio e prevedendo la trattazione dei ricorsi contro i provvedimenti di espulsione attraverso un rito camerale assolutamente sommario e del tutto privo di garanzie consistente in un mero collegamento audiovisivo tra i Centri di permanenza per i rimpatri (CPR, ex CIE) e l’aula dell’udienza. Insomma, una legge speciale di carattere razziale come avevo segnalato in un intervento su Contropiano il 17 maggio 2017[4].
Insomma, non vorrei essere ripetitivo, ma se il Decreto Salvini arreca indubbiamente un vulnus grave al dettato costituzionale ed ai diritti umani tout court con l’introduzione di norme evidentemente discriminanti nei confronti dei migranti, di certo, la strada gli era stata ampiamente spianata dal governo precedente con quel Decreto che il 12 aprile del 2017 la Camera dei Daputati approvò con 240 voti a favore, 176 voti contrari e 12 astenuti. Un Decreto blindato su cui il governo di Paolo Gentiloni pose, addirittura, la mozione di fiducia. Se, come mestamente ci ricordava il Presidente emerito Flick nel corso della sua intervista, il Decreto Salvini ci riporta alla mente quelle leggi infami che segnarono la nascita del razzismo di Stato, nondimeno dovremmo aver presente che l’attuale deriva securitaria e razzista non è certo iniziata con Salvini. Certo, il decreto mette nero su bianco qualcosa che prima dovevamo quasi leggere tra le righe. Qualcosa che non avremmo mai immaginato potesse ritornare.
[1] “I profili di incostituzionalità del Decreto Salvini” Intervista a Giovanni Maria Flick, di Radio Radicale del 26.09.2018
[2] Decreto-legge 17 febbraio 2017, n. 13 (in Gazzetta Ufficiale – Serie generale – n. 40 del 17 febbraio 2017), coordinato con la legge di conversione 13 aprile 2017, n. 46
[3] I mandanti morali, i razzisti, i fascisti e gli utili idioti di Sergio Scorza su Contropiano del 06/02/2018 https://contropiano.org/interventi/2018/02/06/mandanti-morali-razzisti-fascisti-gli-utili-idioti-0100473
[4] Decreto Minniti. Il comune senso del razzismo e dell’apartheid all’italiana di Sergio Scorza su Contropiano del 17/05/2018 https://contropiano.org/interventi/2017/05/17/decreto-minniti-comune-senso-del-razzismo-dellapartheid-allitaliana-091941
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