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Sbarcano i minori a bordo della Open Arms, per ordine di Conte

I rapporti di forza politici sono cambiati, a quanto pare, anche in ciò che resta del governo.

E Mr. Mojito ha dovuto platealmente cedere, dopo 17 giorni, anche sull’unico argomento rimastogli: lo sbarco del migranti naufraghi raccolti dalla nave catalana Oper Arms.

Il presidente del consiglio Giuseppe Conte aveva infatti scritto una seconda lettera al ministro dell’Interno, ordinando lo sbarco immediato dei 28 minori non accompagnati presenti a bordo.

Confermata la disponibilità di Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo, Romania e Spagna a  suddividere l’accoglienza per tutti i naufraghi, non resta naturalmente più alcuna ragione per costringere 134 persone e l’equipaggio a restare al largo di Lampedusa, in condizioni igieniche-sanitarie al di là di ogni descrizione (come si vede nel video).

Il Truce, ormai costretto a recitare una parte che non gli si attaglia più, ha risposto con fare contrariato ma cedevole: «Prendo atto che disponi che vengano sbarcati i (presunti) minori attualmente a bordo della Open Arms. Darò pertanto, mio malgrado, per quanto di mia competenza e come ennesimo esempio di leale collaborazione, disposizioni affinché non vengano frapposti ostacoli all’esecuzione di tale tua esclusiva determinazione, non senza ribadirti che continuerò a perseguire in tutte le competenti sedi giurisdizionali l’affermazione delle ragioni di diritto che ho avuto modo di esporti».

Le “ragioni di diritto”, intanto, sono all’esame della procura di Agrigento, che ha acquisito documenti dalla Guardia costiera (alle dipendenze dal ministero dei Trasporti). ICentro di ricerca e soccorso aveva infatti già inviato al ministero dell’Interno una comunicazione urgente che rivela l’assenza di «impedimenti di sorta» allo sbarco di tutti i migranti a bordo.

Sta per partire anche un’ispezione medica della Sanità Marittima a bordo della nave. Così le ipotesi di reato al vaglio della Procura sono diverse. Una, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, riguarda la Ong che gestisce la nave (ai sensi del “decreto sicurezza” voluto da Salvini, praticamente incostituzionale, sebbene firmato con “rilievi di criticità” dal presidente Mattarella).

L’altro ramo, al momento “contro ignoti”, è stato aperto dopo la denuncia dei legali della Ong e ipotizza il “sequestro di personaviolenza privata e abuso in atti d’ufficio”. Il nome di Mr. Mojito per ora non c’è, ma non è difficile risalire all’unico possibile “indagato”.

Un capitolo a parte – nella sagra della vergogna – riguarda Francesco Cascio, dirigente del presidio sanitario dell’Asp a Lampedusa, che ha preso il posto del dottor Bartolo, da decenni primo soccorritore dei migranti salvati in mare e portati a Lampedusa, e ora eurodeputato eletto nelle liste del Pd (patito molto bisognoso di “rifarsi una verginità”).

Lì per lì molti erano rimasti spiazzati dai “referti” da lui firmati a proposito dei pochi migranti fin qui fatti sbarcare d’urgenza per ragioni sanitarie: “stanno tutti bene, tranne una donna che ha un’otite”. L’individuazione dei malati più gravi era stata fatta dal Cisom, ossia dai medici dell’Ordine di Malta, piuttosto in alto nella considerazione internazionale.

Poi si è saputo come quella certificazione di “buona salute” è stata fatta. Il dottor Cascio non ha  mai visto i malati, perché è in vacanza altrove. Ma si è limitato a dare un’occhiata alle analisi riportate nei referti stilati dai suoi sostituti sull’isola.

Sangue e orine con valori nella norma, quindi “tutto bene”. Peccato che quelle persone fossero state ricoverate per problemi psicologici piuttosto seri (tentativi di suicidio, autolesionismo, conseguenze delle torture subite nei lager libici finanziati dagli ultimi governi italiani (da Minniti in poi). E quindi il referto del dottor Cascio pendeva in considerazione esami che non hanno niente a che fare con e patologie riscontrate. Davvero un fior di medico, di quelli che uno si augura di non incontrare mai al pronto soccorso o come medico di famiglia…

Poi si è saputo che il dottor Cascio, ancora abbastanza giovane, tutto ha fatto nella vita tranne che il medico. Per 22 anni ha infatti ricoperto incarichi politici – dal Comune di Palermo all’Assemblea regionale, fino a diventare deputato di Forza Italia. Un berlusconiano della prima ora, a volte con Totò Cuffaro, altre con Angelino Alfano, ma sempre nel centrodestra e difficilmente in corsia.

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