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Genova. Potere al Popolo: una tragedia in nome del profitto

A mente fredda, il crollo di Ponte Morandi appare come una strage creata dalla ricerca del profitto a tutti i costi contro le vite dei cittadini e dei lavoratori.

Da tutte le ricostruzioni, anche le più fantasiose, emerge comunque una considerazione incontrovertibile: un ponte su cui transitano migliaia di persone non può crollare.

Il ponte è stato costruito con i soldi degli italiani, come tutta la rete autostradale in Italia. E ora è in concessione a privati (Benetton ma non solo) che lo sfruttano per macinare profitti in condizioni di sostanziale monopolio. Mentre i controlli, anche laddove si fanno, sono fatti evidentemente male. Non servono geni per capire che utilizzare soldi per la manutenzione fa spendere più soldi e i privati vogliono risparmiare su tutto cominciando dalla sicurezza, pagando poco i lavoratori, aumentando i pedaggi autostradali.

Gli stessi padroni poi spingono per costruire nuove infrastrutture ma non controllano neppure quelle in funzione.

Il Presidente del Consiglio Conte, in conferenza stampa, ha cominciato con parole sensate annunciando che verranno revocate le concessioni. Poche ore dopo il governo sembra fare marcia indietro e si comincia a ragionare sulle multe miliardarie da pagare.

Il capitalismo e i padroni sono spietati: vogliono gestire e fare soldi sui servizi essenziali, hanno mano libera sulle condizioni dei lavoratori, vogliono spremere Stato e cittadini con i pedaggi, impongono nuove opere che loro dovranno costruire e gestire. Se, come purtroppo capita, crolla un ponte da un lato si dicono dispiaciuti ma dall’altro si affrettano a dichiarare che loro vogliono i soldi che perderanno se gli togliamo il giocattolo.

Il tutto con la complicità dei politici, di destra e di centrosinistra, ipocriti e venduti. Tra coloro che gli hanno regalato infrastrutture, ospedali, treni e servizi pubblici e tra coloro che continuano a farlo c’è l’imbarazzo della scelta.

Un paio di giorni prima dell’incidente, il Presidente della Regione ha avviato la procedura per la privatizzazione di tre ospedali in Liguria. Da anni, centrodestra e centrosinistra, assieme a imprenditori e banchieri, sfilano per fare Terzo Valico e Gronda (la cui realizzazione contestiamo da anni, che non sostituisce affatto Ponte Morandi e il cui accostamento alla tragedia è puro sciacallaggio politico) insieme a quegli imprenditori che si sono dimenticati della sicurezza sul ponte. E svendono il nostro patrimonio agli speculatori.

Dopo le parole minime di Conte sulla revoca delle concessioni, il PD e i suoi alleati si sono immediatamente mobilitati per sostenere che non si poteva. I giornali hanno subito parlato di multe da pagare. Il Governo si è quindi “dimenticato” di scrivere nel report ufficiale che si revocherà la concessione. E ora si affrettano a rettificare, a mediare o a negare ciò che avevano detto.

Noi siamo per la revoca immediata della concessione e per la nazionalizzazione delle autostrade senza indennizzo in nome dell’interesse pubblico.

Quel che è certo è che fino a che governeranno e avranno tutti i poteri questi signori non cambierà mai nulla. E poco importa chi governa.

O governano i padroni con il loro amici politici o governano il popolo e i lavoratori.

Nel primo caso saremmo sempre vittime dei loro sporchi interessi. E sceglieremo solo chi ci può sfruttare e uccidere. Nel secondo caso ci potremmo provare a riprendere i nostri diritti, la nostra salute, il nostro territorio, il nostro lavoro. E la nostra vita.

Potere al Popolo Genova. Gruppo Comunicazione

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