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Il flop della piazza per il “sì”

In un paese terremotato – scriviamo mentre ancora quache tremolio, ogni tanto, si sente – c'è almeno una buona notizia: Matteo Renzi non convince più neanche i suoi, nemmeno i più ottusi, neanche regalando loro una gita a Roma.

Lo sforzo organizzativo e finanziario fatto dalla "maggioranza del Pd" era stato intenso: voli speciali, treni speciali, circa 400 pullman, per portare nella Capitale una massa di gente suficientemente ampia da dare l'impressione del "popolo con il premier".

WhatsApp-Image-2016-10-29-at-17.19.24-722x491Lo spettacolo di Piazza del Popolo, però, è stato impietoso. Un enorme palco, con abbondante recinzione per tenere a distanza di sicurezza "il popolo per il premier" (non si sa mai… E infatti entrare nella piazza era come entrare in piazza San Pietro e allo stadio: poliziotti a fare il filtro faprendo le borse le borse, piddino o turista che fosse il macapitato); molti gazebo sparsi qua è là, per impallare eventuali scatti maliziosi miranti a cogliere i vuoti e un palchetto per i fotografi sapientemente piazzato ad altezza suolo, in modo da non far vedere oltre le prime file e dare il senso della "folla compatta"… E mezza piazza vuota lo stesso!

I romani sanno benissimo quanta gente entra in quella piazza: 25.000 persone, senza palco e gazebo. Questione di metri quadri, insomma di fisica elementare (la "legge dell'impenetrabilità dei corpi"..), difficilmente piegabile alle esigenze della propaganda.

Il "siamo 50.000" vantato dalla nota ufficile del Pd è dunque una balla clamorosa, come quelle sparate a cavallo della "legge di stabilità", perché vi sarebbero volute due Piazza del Popolo per contenere quella cifra.

A conti fatti, obiettivamente, se prendiamo la misura sulla mezza piazza abbiamo al massimo 12.500 persone; sottraendo, necessariamente, lo spazio per il palco e la "distanza di sicurezza", oltre ai gazebo, difficilmente si può arrivare a più di 5-8.000 persone. Ma si sa, i grandi leader ormai fanno gonfiare le cifre, più che i petti… Ci aveva già provato l'"altro Matteo", il leghista Salvini, attitandosi pernacchie memorabili.

Stabilita questa "forchetta" – decisamente deludente – resta da chiarire che fine abbiano fatto tutti i passeggeri di autobus, treni e aerei affittati per l'occasione (anche volendo tralasciare i sospetti, più che ragionevoli, su "chi paga?"). Le cifre ufficiali date dagli organizzatori erano rispetabili: quattro aerei dalle isole, 8 treni charter, di cui quattro "Frecce", circa 300 pullman. Tradotti in persone (dandoli per pieni): 400 in aereo, 4.000 in treno e 18.000 in pullman. Cui vanni aggiunti ovviamente i romani (che anche alle elezioni comunali non si erano certo spesi molto in supporto al Pd) e quelli che si muovono con mezzi propri per accoppiare l'"impegno politico" e una normale gita a Roma, dove oltretutto era prevista una splendida giornata di sole.

Insomma, le gente che veniva da fuori avrebbe dovuto riempire da sola la piazza; anzi (per gli "ingombri" prima descritti), "esondare anche parecchio. Dove è finita?

Le ipotesi sono due: a) l'organizzazione del Pd ha dato numeri falsi anche su treni, aerei e pullman; b) visto che il viaggio era gratis (pagava il governo o il Pd, o qualcun altro), in molti sono saliti a bordo e se ne sono poi andati in giro per Roma, evitando accuratamete la zona di Piazza del Popolo per non essere confuso con un iscritto al Pd.

Potete scegliere con calma, tanto…

Le foto che seguono sono di Patrizia Cortellessa:

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