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Condannata l’Agenzia delle Entrate. “Zelanteria dolosa dei dirigenti”

Non capita tutti i giorni che una struttura abituata a infliggere sanzioni…. venga sanzionata. E ancora più raramente accade che venga sanzionata la zelanteria di un dirigente regionale contro un lavoratore che, giustamente, concepisce l'amministrazione pubblica come un servizio ai cittadini. La vicenda è accaduta a Ferrara dove ieri, alla Agenzia delle Entrate, è arrivato il conto da pagare: 7.295,60 euro di rimborso ad un lavoratore di Ferrara per l’appello vinto in secondo grado, a cui vanno sommati i 3.996,12 già pagati per il primo grado di giudizio. Il caso in questione risale ormai a diversi anni fa, quando un  lavoratore dell’Agenzia delle Entrate della Direzione provinciale di Ferrara, colpevole di aver svolto bene  il suo lavoro,  con lo spirito del “buon padre di famiglia” sempre sbandierato dai vertici dell’Agenzia, era invece stato punito e condannato ad una sanzione disciplinare di 39 euro perché semplificava e velocizzava la tassazione degli atti pubblici. “Questa operazione, assolutamente legittima, evitava burocratiche e costose procedure di riscossione a carico del contribuente,  a cui sarebbero state applicate multe, interessi, spese di notifica e commissioni”, spiega il sindacalista dell'Usb Paolo Campioni. “Come organizzazione sindacale  – ricorda Campioni – avevamo formalmente richiesto di evitare l’appello in secondo grado e allertato anche la Corte dei Conti per verificare sprechi di denaro pubblico. In merito a questa faccenda sono stati organizzati scioperi di protesta ed è partita una raccolta fondi per sostenere il lavoratore che doveva difendersi in secondo grado dall’accanimento dell’Agenzia delle Entrate”. Ma l'Agenzia delle Entrate si è incaponita ed è ricorsa in appello per non darla vinta al dipendente e ai sindacati di base che lo sostenevano.  Ma se una istituzione come l'Agenzia delle Entrate sbaglia, poi chi paga? E qui entrano in ballo altri aspetti che è doveroso segnalare.Campioni sottolinea a tale proposito che: “Adesso che siamo arrivati alla condanna in appello,  la nostra organizzazione sindacale pretende che a pagare non sia l’Agenzia delle Entrate, ovvero i contribuenti, ma il Direttore Regionale che ha determinato questo spreco di risorse pubbliche, rimborsando non solo gli 11.291,72 euro, ma anche le spese relative a tutte le ore perse dall’Avvocatura di Stato per l’appello richiesto. La nostra richiesta è stata inviata direttamente alla Direttrice Orlandi”. Ma i soldi che l'Agenzia delle Entrate dovrà pagare al lavoratore saranno ben spesi, a dimostrare che tra i dirigenti strapagati e i lavoratori vessati c'è ormai una voragine etica che li differenzia profondamente. "Ora che i rimborsi sono arrivati, il lavoratore ingiustamente punito ha deciso di donare quanto ricevuto ad una famiglia di Ferrara in difficoltà economiche nonché alla famiglia di Abd Elsalam, il delegato USB della logistica travolto ed ucciso due mesi di Piacenza mentre manifestava insieme ai suoi colleghi. Sabato 19 novembre tutti coloro che hanno contribuito ad aiutare la famiglia di Abd Elsalam saranno pubblicamente ringraziati nell’incontro ‘LOGISTICA E VIOLENZA’ che si terrà a Piacenza, presso l’Auditorium Sant’Ilario, in via Garibaldi 17 dalle ore 10.30”, conclude Campioni.

 

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