“Da quando i jihadisti hanno perso Aleppo sono spariti anche gli Elmetti Bianchi”. L’occhiello dell’ampio servizio pubblicato oggi da Il Fatto va subito al sodo e centra l’obiettivo. I famosi Elmetti Bianchi, al documentario sui quali è andato anche l’Oscar, si rivelano per quello che sono veramente: una organizzazione legata ai servizi segreti britannici e statunitensi da utilizzare nelle zone di guerra, o meglio, solo nelle zone di guerra funzionali agli interessi dei loro mandanti.
I terminali “umanitari” degli Stati Maggiori, come si rivelano essere molte Ong (non tutte per fortuna) attive nei teatri di crisi, sono ormai parte integrante degli apparati bellici e mediatici dell’ingerenza delle potenze “anglish”, lì dove li portano le decisioni prese dai governi, in particolare statunitensi e britannici.
Immediatamente la loro presenza diventa ossessiva e “leggenda” nei telegiornali, nei servizi giornalistici e stavolta anche nella consegna degli Oscar. E il caso della Siria, in particolare di Aleppo, sta tutta dentro questa coreografia. Aleppo descritta come assediata, bombardata, con più ospedali pediatrici colpiti di quanto ce ne siano in Scandinavia (mito del welfare), per giorni ha cessato di essere una città siriana occupata dai tagliagole dell’Isis e delle altre milizie, per diventare una città martire dei bombardamenti russi e del governo siriano. Nulla di tutto questo viene evocato per Mosul dove i bombardamenti (statunitensi in questo caso) sono in corso. A Mosul infatti non vi è traccia degli Elmetti Bianchi.
Il servizio di oggi de Il Fatto, riprende e approfondisce notizie già uscite nei mesi scorsi sugli Elmetti Bianchi e la loro stranissima origine.
Fondati da un ex (?) ufficiale dell’esercito britannico – James le Mesurier – ma tuttora “consulente” del Foreign Office, gli Elmetti Bianchi hanno cominciato ad operare in Siria proprio nel 2011, quando si palesa il tentativo di rovesciamento del regime di Assad. Gli Elmetti Bianchi in Siria agiscono solamente nelle zone controllate dai ribelli, non ve ne è traccia in altri luoghi, a Mosul per esempio.
Intervistato lo scorso 5 ottobre da Il Foglio, Le Mesurier dichiara: “Ho lavorato in zone di conflitto in tutto il Medio Oriente, e l’approccio standard dei governi che vogliono stabilizzare degli Stati falliti o fragili di solito segue due linee guida; la democratizzazione e il buon governo e il rafforzamento del settore della sicurezza. Ho speso tutta la mia carriera a lavorare sull’una o sull’altra”. Le Mesurier, è stato attivo, non certo casualmente, anche in Bosnia, Kosovo e Iraq. Il Fatto, riprendendo una inchiesta della giornalista Vanessa Beeley, rivela che Le Mesurier nel 2005 era entrato anche a far parte di società privata di sicurezza – la Olive Group – lasciandola nel 2008. La Olive Group si è fusa nel 2015 con un’altra compagnia di sicurezza privata, la Constellings holding nel cui portafoglio è finita anche The Academy, una società di contractors nata dalla controversa e famigerata Blackwater.
Da una inchiesta condotta dalla pagina web Occhisullaguerra.it, risulta che a partire dal 2013, l’Usaid (United States Agency for International Development) ha finanziato gli elmetti bianchi con 23 milioni di dollari. Il braccio destro del responsabile siriano dei “white helmets” è Zouheir Albounni, un impiegato dell’Usaid. L’organizzazione risulta ricevere aiuti anche da Regno Unito, Giappone, Danimarca e Germania. Almeno tre di questi governi sono attivi e si sono attivati per il rovesciamento di Assad, dunque non sono neutrali nel conflitto siriano.
In questa zona grigia fatta di operatori “umanitari”, mercenari, agenti dei servizi segreti anglostatunitensi, che prendono corpo operazioni logistiche e mediatiche da utilizzare sulle opinioni pubbliche dei paesi che intervengono militarmente o con operazioni coperte nei paesi aggrediti. Ormai siamo andati ben oltre le “guerre umanitarie”, quelle sono state sperimentate tra il 1995 e il 1999 nella ex Jugoslavia, dove la “coalizione dei volenterosi” organizzatasi con la Nato ha affinato la strumentazione utilizzata successivamente.
Il fondatore degli Elmetti Bianchi, l'ufficiale dei servizi segreti britannici James Le Mesurier
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