“Vamonos … nada mas!” è il titolo di una campagna internazionale, e in Italia anche di un libro di recentissima pubblicazione, avviata in occasione del cinquantesimo anniversario dell’assassinio in Bolivia di Ernesto “Che” Guevara che ricorre oggi.
La frase è tratta dal canto del Che per Fidel Castro ancora in Messico nel 1956, e sta ad indicare la decisione di tagliare corto con la discussione e di passare all’azione, un passaggio decisivo per i rivoluzionari e che oggi appare annebbiato dentro la ritirata ideologica complessiva a cui si assiste anche nelle file del movimento comunista. Ancora oggi possiamo affermare con una certa sicurezza che quando Fidel Castro, Ernesto Che Guevara e gli altri rivoluzionari forzarono la situazione a Cuba avviando il processo rivoluzionario, ruppero anche con il dogma della coesistenza pacifica con l’imperialismo che in quel momento era diventata la linea ufficiale dei partiti comunisti e dell’Urss kruscioviana (ossia destalinizzata) a livello internazionale.
Il libro edito da Zambon, “ Vamonos… Mada Mas”, uscito recentemente, è curato da Isabel Monal – professoressa emerita dell’Accademia delle Scienze di Cuba e per moltissimi anni direttrice di Marx Ahora – e da Luciano Vasapollo, economista dell’università di Roma e militante comunista, in collaborazione con la Rete dei Comunisti. Il prologo è stato curato da Gerardo Hernandez Nordelo e Ramon Labanino Salazar, due dei cinque rivoluzionari cubani per lunghi anni detenuti nelle carceri statunitensi.
Il libro ospita contributi e interventi di Rita Martufi, Atilio Boròn, Beatriz Rajiland, Olga Fernandez Rios, Olivia Miranda Francisc, Thalia Fung, Carlos Alberto Barao, Carlos Rivera Lugo, Ettore Gallo, Massimo Gabella.
Cinquanta anni dopo l’assassinio di Che Guevara, è importante che il suo patrimonio politico, ideologico, teorico e umano venga sottratto dalle mani dei venditori di pentole che da decenni si aggirano intorno alla sua figura. Nel ventesimo anniversario dell’uccisione del Che, Fidel Castro scriveva che : “Ci sono molte idee del Che che sono di una validità assoluta e totale, idee senza le quali sono convinto che non si possa costruire il comunismo”.
Sta in questo la straordinaria onda lunga rivoluzionaria che il Che ha saputo trasmettere in questi cinquanta anni dalla sua morte.
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