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Leila Khaled: “Rivendichiamo il nostro diritto alla resistenza contro l’oppressione”

Roma. La voce e il volto di Leila Khaled arrivano in video. Lo sguardo è sempre quello fiero di una icona della resistenza palestinese e internazionale contro l’oppressione e l’imperialismo.

Avrebbe dovuto partecipare di persona alle celebrazioni del 50° anniversario della fondazione del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina di cui è ancora una dirigente. Ma la vigliaccheria e la subalternità del governo italiano (ed olandese) alle autorità israeliane lo ha impedito, per la seconda volta in cinque anni. Lo ha dovuto fare un video, parlando a Roma ieri pomeriggio in una sala gremita di palestinesi e militanti della solidarietà con il popolo palestinese.

Leila Khaled elenca tutti i martiri della resistenza del popolo palestinese, includendovi anche la statunitense Rachel Corrie e l’italiano Vittorio Arrigoni. Ricostruisce le tappe degli ultimi trentacinque anni di storia, dall’invasione israeliana del Libano nel 1982 per distruggere le retrovie dell’Olp al giudizio negativo sugli accordi di Oslo nel 1993 come esito della prima Intifada, fino alle “tre guerre” scatenate da Israele contro i palestinesi di Gaza negli ultimi dieci anni. Ma soprattutto rivendica il diritto alla resistenza, con tutti i mezzi inclusa la lotta armata, contro l’oppressione coloniale sionista in Palestina. E’ dura la condanna verso la complicità internazionale con l’occupazione israeliana, una complicità non solo degli Usa o dell’Europa ma ormai anche di paesi arabi (il riferimento va alla’Arabia Saudita).

Leila Khaled ci restituisce l’immagine di una donna e militante rivoluzionaria anche nel XXI Secolo, consapevole che nessuno sarà libero finchè ci sarà un polo oppresso come quello palestinese.

La conferenza di ieri a Roma (altre ne sono previste a Napoli e Cagliari), ha celebrato i 50 anni dalla nascita del Fronte di Liberazione del Popolo Palestinese, fondato nel 1967 dal medico George Habbbash “Akim” (il dottore appunto) e organizzazione fondativa dell’Olp insieme ad Al Fatah e al Fdlp.

Dopo l’introduzione del compagno Fawzi Ismail dell’Udap (Unione Democratica Arabo Palestinese) scorrono le immagini di un video realizzato con materiale di archivio dalla regista Monica Maurer. Scorrono i volti dello scrittore palestinese Ghassan Kanafani (membro del Fplp ucciso dagli israeliani) ma anche quelle di Arafat, Habbash, Hawatmeh allo stadio di Beirut quando la resistenza palestinese stava organizzando le proprie forze. Scorrono le immagini delle azioni di cui fu protagonista Leila Khaled – la voce della Palestina – e quelle per ottenere la sua liberazione. E’ un pezzo di storia che il politicidio pianificato dalle autorità israeliane contro i palestinesi vorrebbe cancellare dall’agenda e dalla memoria del mondo.

In sala si alternano i saluti delle altre organizzazioni della causa arabo palestinese: di Al Fatah e del movimento di resistenza libanese. Per l’Italia ci sono gli interventi di saluto della Confederazione Cobas, della Rete dei Comunisti e della Fgc.

I compagni del Fplp hanno poi voluto consegnare delle targhe ricordo a quei compagni italiani deceduti ma che negli anni hanno dato un contributo significativo all’informazione e alla solidarietà con il popolo palestinese: Stefano Chiarini, Maurizio Musolino, Anissa Manca scomparsa più recentemente.

Per i compagni italiani pesa la vergogna di un governo ormai spudoratamente complice di quello israeliano. Un paese tradizionalmente vicino ai palestinesi si è convertito da anni nel “miglior alleato di Israele in Europa”.  Un motivo di più per rilanciare con efficacia la campagna Bds nel nostro paese che tanto sta preoccupando le autorità di Tel Aviv e gli apparati ideologici dello stato israeliano (incaricati di veicolare ideologicamente il progetto sionista alivello internazionale) e per rafforzare le iniziative di solidarietà con il diritto alla resistenza del popolo palestinese.

Il saluto della Rete dei Comunisti per il 50° anniversario del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina

Cari compagni del Fplp, portiamo il nostro saluto per il 50* anniversario dalla fondazione di una delle organizzazioni più importanti della resistenza palestinese. Un saluto che deve fare i conti con la vergogna per le scelte del governo italiano che ha impedito – per la seconda volta – alla compagna Leila Khaled di entrare in Italia e per accettato i diktat israeliani su Gerusalemme come luogo di partenza del Giro d’Italia di ciclismo.

Sono due atti che confermano quel “politicidio” contro il popolo palestinese, una operazione che mira a negare agli occhi de ondo e in ogni modo l’esistenza della questione, della identità e dei diritti nazionali del popolo palestinese.

Abbiamo il dovere di far pagare un prezzo politico altissimo al governo e alle autorità sportive italiane, sia organizzando al meglio il boicottaggio del Giro d’Italia sia rafforzando la campagna di Boicottaggio, Dinsivestimento e Sanzioni verso Israele come azione concreta di protesta contro l’occupazione coloniale e l’apartheid verso i palestinesi.

Ci sono fronti di questa lotta in cui perdiamo ma anche fronti su cui vinciamo. A Roma, ad esempio, per il 25 aprile che celebra la giornata della Resistenza, sono ormai due anni che le bandiere palestinesi ci stanno a pieno diritto mentre le bandiere israeliane e i gruppi sionisti sono stati tenuti fuori.

Viva la resistenza del popolo palestinese, solidarietà a Leila Khaled

Rete dei Comunisti

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