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Il miliardario Piñera vince il ballottaggio: il Cile vira a destra

In Cile l’ex presidente Sebastián Piñera, che guida la coalizione di centrodestra Chile Vamos, ha vinto il secondo turno delle elezioni presidenziali di domenica 17 dicembre: Piñera è stato quindi eletto alla presidenza con oltre il 54 per cento dei voti battendo il senatore Alejandro Guillier, a capo di una coalizione di centrosinistra, che ha ottenuto il 43 per cento delle preferenze. Piñera, che ha 68 anni e che ha già governato il paese tra il 2010 e il 2014, prenderà il posto dall’attuale presidente Michelle Bachelet il prossimo 11 marzo.

Il Cile volta a destra. L’ex presidente e miliardario cileno Sebastian Piñera ha sconfitto il candidato del centro-sinistra, il Senatore Alejandro Guillier nel ballottaggio di domenica.

Sebastián Piñera, alla guida della coalizione Chile Vamos, ha vinto il secondo turno delle elezioni presidenziali di domenica 17 dicembre con oltre il 54 per cento dei voti e prenderà il posto dall’attuale presidente Michelle Bachelet il prossimo 11 marzo.

L’elezione, scrive oggi Telesur, è stata percepita “come la competizione tra la via del Welfare sociale promesso da Guillier e un passo indietro verso l’ortodossia neoliberista favorita da Piñera, un tempo seguace del compianto dittatore Augusto Pinochet”.

Entrambi partivano dal modello attuale del libero mercato, ma Piñera ha fatto ricorso alle promesse di una riduzione delle tasse per aumentare i profitti aziendali, mentre Guillier ha sofferto i fallimenti dell’ultima fase della presidenza Bachelet per quel che riguarda la riforma dell’istruzione, delle tasse e del lavoro.

Piñera, economista che ha studiato ad Harvard, ha fatto i suoi miliardi in Cile introducendo le carte di credito negli anni ’80, ha anche promesso che avrebbe creato un fondo pensionistico pubblico per competere con i fondi pensionistici privati molto criticati nel paese.

Guillier, un popolare ex giornalista radiotelevisivo, si era impegnato ad aumentare l’accesso all’istruzione superiore gratuita e a aumentare i diritti dei lavoratori e degli indigeni in una costituzione per sostituire l’attuale documento dell’epoca della dittatura.

La conclusione di Telesur è molto interessante per comprendere il clima attuale dell’America Latina: “La quinta potenza economica dell’America Latina sarà governata da un candidato di destra solo per la seconda volta dal 1990. Il risultato arriva in una fase lunga di elezioni in America Latina che continuerà per tutto il 2018, quando si voterà in Brasile, Messico e Venezuela.”

* Questo articolo compare in contemporanea su Contropiano e L’Antidiplomatico

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