Nel giorno in cui Google ha deciso di bloccare anche in Malaysia la diffusione su YouTube del film trash e anti-islamico “Innocence of Muslims”, proseguono le manifestazioni di protesta dei musulmani in vari paesi. Più di mille afgani si sono riversati sulle strade di Kabul dando vita ad una violenta protesta, bruciando auto in un’arteria della capitale afghana dove sono presenti, fra l’altro, una base Nato e la base militare statunitense di “Camp Phoenix”. Uomini armati sparsi tra la folla avrebbero aperto anche il fuoco contro gli agenti. Finora si ha notizia di una cinquantina di feriti.
Circa 2.500 pachistani si sono radunati in corteo a Peshawar. Inoltre un manifestante è morto e altre due persone sono rimaste ferite in uno scontro a fuoco con la polizia. La protesta è degenerata dopo che la folla di 800 persone ha assaltato un commissariato, la casa di un magistrato e il locale circolo della stampa a Warai, nel distretto di Upper Dir, nel nord del paese.
Dal giorno dell’attentato al consolato Usa di Bengasi – che in realtà è stato rivendicato da Al Qaeda come rappresaglia per l’uccisione del numero due dell’organizzazione – 17 persone sono morte durante gli scontri e gli assalti alle rappresentanze diplomatiche statunitensi in una decina di paesi.
Il leader del movimento Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha lanciato un appello a manifestare in Libano. “Dovete mostrare al mondo intero la vostra rabbia e la vostra collera, lunedì e i giorni che seguiranno”, ha dichiarato il capo del movimento sciita in un discorso diffuso da al Manar, l’emittente di Hezbollah. Nasrallah, in particolare, ha chiesto di scendere in piazza oggi nella periferia sud di Beirut, mercoledì a Tiro, venerdì a Baalbeck (est), sabato a Bent Jbeil in Libano meridionale e domenica nella Valle di Bekaa.
Ieri, intanto, le autorità tedesche hanno vietato l’ingresso in Germania al pastore fondamentalista statunitense Terry Jones, invitato da un piccolo gruppo di estrema destra per sostenere la diffusione del film ‘Innocence of Muslims’. Il Canada ha deciso di chiudere le ambasciate in Egitto, Libia e Sudan per ragioni di sicurezza, mentre la Francia ha annunciato l’intenzione di vietare manifestazioni anti-americane sul suo territorio dopo quella di ieri che si è conclusa con fermi e feriti.
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