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Scuole primarie chiuse per sciopero. La testimonianza di Rosa, insegnante precaria da 11 anni a Bologna

Nel quartiere della Bolognina, storico quartiere popolare dietro la stazione ferroviaria, c’è un istituto comprensivo che comprende diversi istituti dell’infanzia, primari e uno anche secondario. Il plesso delle scuole primarie Federzoni rimarrà oggi chiuso per la completa adesione delle maestre e dei maestri allo sciopero generale della scuola indetto dai sindacati di base. Una notizia che arriva insieme alle belle immagini di Roma dove migliaia di insegnanti, personale ATA e famiglie sfilano in corteo per rivendicare i propri diritti nello sciopero generale della scuola. Oggi vi riportiamo una testimonianza reale, parliamo di un pezzo di quel corteo che ha sfilato a Roma oggi, parliamo di quegli insegnanti diplomati magistrali che sono stati esclusi dalle graduatorie per un provvedimento governativo. Si tratta del più grande licenziamento di massa attuato da un governo negli ultimi anni contro tutti quei precari che hanno lavorato una vita per la scuola pubblica. Portiamo la testimonianza di Rosa, insegnante precaria a Bologna da 11 anni.

“Io sono Rosa Caruso, un’insegnante di scuola primaria e vivo a Bologna da 11 anni e da 11 anni sono precaria. Ho lavorato in diverse scuole che si contano all’incirca in una dozzina nell’arco di tutti questi anni di precariato, l’anno scorso ero in un istituto comprensivo e quest’anno in un altro ancora e così da sempre. Anche io insieme a tante altre maestre e maestri lo scorso dicembre sono stata colpita dal provvedimento emanato dalla sentenza del Consiglio di Stato che in seduta plenaria ha escluso dalle graduatorie, cosiddette GAE, tutti i diplomati magistrali. In passato c’erano state delle sentenze in giudicato sui diplomati magistrali che hanno permesso ad un gruppo di loro di entrare in graduatoria a pieno titolo e ottenere il ruolo, sono quindi a tempo indeterminato e non potranno essere mandati via. Coloro i quali, invece, si trovano ancora all’interno delle GAE con la sentenza della plenaria rischiano di essere esclusi dalle graduatorie. Io lavoro nella scuola da 11 anni, quest’anno non sono riuscita a prendere il ruolo e a dicembre, appena prima delle vacanze natalizie, ho ricevuto la notizia del provvedimento. Ho anche delle colleghe che invece hanno preso il ruolo, hanno fatto l’anno di prova e che per colpa di questa sentenza rischiano di perdere il posto.”

In questi mesi le iniziative di protesta non si sono mai fermate e si sono susseguite una dietro l’altra per finire con la grande fiaccolata che c’è stata a Bologna la settimana scorsa e con lo sciopero generale di domani. Vuoi raccontarci come vi siete organizzati e cosa avete fatto?

“A livello nazionale c’è stato un importante sciopero l’8 gennaio dove abbiamo manifestato a Roma tutti noi diplomati magistrali. Poi a Bologna, ma così come in tante altre città d’Italia, si sono formati i coordinamenti diplomati magistrale che hanno dato vita il 4 febbraio a una partecipatissima assemblea nazionale. Con questa assemblea abbiamo fissato dei punti importanti e condivisi da tutti. Ad esempio molti insegnanti di ruolo (che hanno la possibilità di avere degli incarichi oltre le ore di lavoro) hanno assunto una presa di posizione decisa e determinata che ha visto molti di loro rinunciare agli incarichi aggiuntivi. Un secondo momento importante e partecipato è stata la fiaccolata organizzata a Bologna a cui hanno aderito tutti i diplomati magistrali e i sindacati di base. Infine siamo arrivati all’organizzazione di questo grande sciopero generale della scuola che c’è stato oggi (23 febbraio) con una manifestazione nazionale a Roma che si prevede molto partecipata. L’obbiettivo è quello di incontrare la Ministra Fedeli per porle delle questioni.

Chiediamo l’entrata nelle graduatorie di tutti i diplomati magistrali e non solo loro. Chiediamo che tutti gli abilitati entrino nelle graduatorie perché, noi siamo diplomati e abbiamo l’abilitazione per insegnare alla scuola primaria, ma poi esistono i TFA, i PAS, cioè quelli che riguardano la scuola secondaria e che comunque sono abilitati. Esistono anche quelli laureati in scienze della formazione primaria, anche loro abilitati ma che a tutt’oggi non possono entrare nella GAE. Chiediamo l’entrata nelle graduatorie di tutti gli abilitati! Inoltre chiediamo che siano confermati i ruoli che hanno dato, perché chi ha avuto il ruolo ha superato un anno di prova, una prova che abilita all’insegnamento, che è formazione e prevede il passaggio sotto il giudizio di una commissione, cosa che ha richiesto fatica fisica, emotiva e intellettuale e vogliamo che questa venga riconosciuta. Chiediamo l’abrogazione di un comma della 107 che afferma che i contratti fino al 31 agosto non possono superare i 36 mesi. Ciò comporta che tutti quei docenti, sia della primaria che della secondaria, che hanno contratti a termine non possono superare i 36 mesi e possono invece fare le supplenze brevi. Io sono circa 7 anni che ho i contratti fino al 30 giugno (cioè sono su posti vuoti), le persone invece che lavorano fino al 31 agosto non possono accedere più a questi tipi di contratto ma devono invece fare delle supplenze di 10 giorni, di 15 giorni (nel caso della secondaria e l’avvento del FIT introdotto con la “Buonascuola” alla fine non ci sarà più nemmeno la possibilità di fare questo).

Mi sento poi di sottolineare che per quanto riguarda i diplomati magistrali, la maggioranza di noi insegnanti che lavora da molti anni, è spesso già laureata. Io ad esempio ho una laurea e due master. Il nostro è un lavoro che ci richiede continuo aggiornamento, noi facciamo corsi di specializzazione sempre a nostre spese ovviamente e l’unico bonus che prevede la legge 107/15 è solo per insegnanti di ruolo. Noi precari la formazione ce la facciamo da soli e a pagamento.”

Abbiamo visto lo scorso mese a Bologna la reazione della ministra Fedeli che non ha voluto ascoltare i lavoratori in presidio.. un esercito di invisibili per la ministra e per il suo governo. Cosa ne pensi?

“La Fedeli non vuole vedere i lavoratori e può permettersi di non vederli, noi invece i genitori li dobbiamo guardare in faccia tutti i giorni, siamo noi quelli che ci mettono la faccia davanti ai genitori dei bambini e dei ragazzi. A noi è dispiaciuto molto questa sua presa di posizione. In realtà, credo che non abbia avuto proprio il coraggio di confrontarsi nonostante abbia affermato diverse volte che vorrebbe attendere il parere dell’avvocatura di stato per potersi esprimere. A mio avviso il confronto è importante perché la situazione di tutti gli abilitati non deve essere giuridica ma va affrontata politicamente. Ci sono alcuni casi in particolare in nord Italia che se la questione non venisse risolta si rischierebbe di avere molte classi scoperte senza insegnanti e l’anno scolastico potrebbe non iniziare nelle primarie, perché noi siamo veramente tante! Noi la faccia ce la mettiamo sempre perché lavoriamo con i bambini, con i ragazzi e ci confrontiamo con i genitori, vogliamo essere riconosciuti professionalmente perché questo incide, come sappiamo, anche negli avvenimenti in cui genitori o studenti si pongono contro gli insegnanti. È importante valorizzare, rivalutare e riconoscere la figura dell’insegnante.”

Questi continui attacchi agli insegnanti a ai lavoratori in generale delle scuola che conseguenze possono avere sui ragazzi e sulla società?

“Quello che subisce la scuola da 20 anni a questa parte sta influenzando il lavoro dei docenti e indirettamente la qualità dell’istruzione. L’aumento del carico burocratico, forme di valutazione come le invalsi, l’alternanza scuola lavoro e l’accentramento di determinate funzioni di controllo e potere che ha il dirigente scolastico a mio avviso compromettono la qualità l’istruzione e soprattutto il diritto allo studio. In alcuni casi si riesce a terminare i programmi ma non si riesce ad approfondire o a permettere di sviluppare quell’analisi critica che è fondamentale in quell’età per lo sviluppo del sapere e della conoscenza. L’isolamento che vive la classe docente nella società e gli attacchi e le speculazioni politiche fa si che il ruolo del docente venga messo in discussione.”

Quali pensi che siano le vostre prospettive?

“Noi continueremo a lottare e abbiamo le idee chiare. Non vogliamo un concorso perché avevamo già acquisito il diritto di entrare nelle graduatorie e per molti anni ce lo hanno addirittura negato perché ci veniva negata l’abilitazione. Dopo che finalmente abbiamo ottenuto il riconoscimento dell’abilitazione, ora non siamo ammessi nelle graduatorie.. Ci stanno togliendo un diritto! noi non vogliamo un concorso proprio perché semplicemente questa storia è la storia di un diritto negato. Continueremo a lottare fino a quando non riusciremo a difendere e garantire i nostri diritti.”

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